Ancona-Venezia, l’analisi de “La Nuova Venezia”
domenica 18 Settembre 2016 - Ore 12:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Cattivi e vincenti. Una vittoria fuori casa che va a fare il bis con quella di Parma fresca di metà settimana va accolta con sorrisi e applausi. Fin qui ci siamo. Ma a parlare poi di un bel Venezia, sotto le nuvole del Conero, no, questo è un altro discorso. Neanche se qualcuno dirà che la squadra ha finito con otto giocatori in campo. Perché il Venezia, pur vincente, ha sbagliato parecchio, non ha saputo chiudere la contesa contro una squadra dotata di tanto cuore e poco altro e alla fine ha ceduto a una serie di gesti isterici che non devono vedersi sui campi dei professionisti, anche se a volte i nervi possono saltare. Dunque 1-0 per il Venezia, la vittoria ci può stare in virtù della maggior qualità tecnica della squadra, anche se poi vai a rivedere il primo tempo e ti accorgi che le palle gol pericolose le hanno create i biancorossi e che nella ripresa, fatto il gol targato Marsura e mancate le occasioni per chiudere la vertenza, quei cinque più due minuti di recupero sono stati peggiori di un film da incubo. Un tabellino ricco alla voce “note”, gonfiato da quattro espulsioni e allora cominciamo da qui: ineccepibile quella di Garofalo, manata in faccia all’avversario nell’ammucchiata a contestazione di una azione da rigore per il Venezia. Le mani si usano nel basket e nel volley, per cui ci stanno anche i cartellini rossi di Baldanzeddu e Moreo, pescati da un attento assistente dell’arbitro più efficace della tecnologia. Lo stesso assistente che pesca Momentè in fallo di reazione dopo una mischia salvata con eroismo da Facchin. Unica espulsione discutibile, azzardiamo ingiusta, quella di Pippo Inzaghi, reo di essere entrato in campo per restituire un pallone, a gioco fermo. Come punire il furto di una mela, dopo tanti colpi proibiti. I conti si faranno con il giudice sportivo. Quanto alla contesa, Inzaghi torna alla difesa a quattro con il recupero di Baldanzeddu e arretra Fabris dopo l’espulsione di Garofalo, fin quando non butta nella mischia Pellicanò. Si vede il tasso tecnico superiore del Venezia, che però non si concretizza: sempre il passaggio in più, lo scarico al compagno vicino, insomma pare quasi un pericolo prendersi la responsabilità di tirare in porta. Così l’Ancona scorazza sulla sua sinistra, destra per il Venezia, Forgacs e Frediani creano fastidi e Facchin prima e Pederzoli poi sono autori di grandi salvataggi. Nel secondo tempo ecco il Venezia padrone, il pallone verticale che arriva a Marsura è una pennellata, Marsura si conferma carta vincente, come a Parma. Diagonale al millimetro, spolverata al palo e 1-0 da tre punti. Il resto è la sofferenza del finale, il Venezia resiste, l’Ancona si spreme il cuore ma non ha altro e Facchin fa scudo sull’ultimo pallone di Momentè, prima dell’espulsione. Per ora la squadra ha poche unghie per graffiare, ma gli attributi ci sono. Ora una regolata ai nervi. Qualcuno vuole sputare sui tre punti? Sarebbe da matti.
(Fonte: La Nuova Venezia)
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