Udinese-Chievo, Causio: “De Paul e Birsa possono essere decisivi! E occhio a Thereau…”
sabato 17 Settembre 2016 - Ore 15:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Oggi, anziché dipingere calcio, lo osserva. La sensibilità però è sempre quella. Sensibilità e passione. Declinate con eleganza – anche quella, sul campo, era una dote a lui naturale – dall’osservatorio di Udine, che è diventata casa sua dopo che in bianconero aveva lasciato il segno da calciatore.Franco Causio, opinionista di Udinese tv, si aspetta qualche momento godibile dalla sfida di domani tra le zebrette e il Chievo. Del resto, motiva, «giocheranno due squadre che stanno bene, a guardare la classifica e le ultime prove. Il Chievo ha pareggiato con la Lazio e probabilmente meritava qualcosa di più, l’Udinese ha vinto a San Siro…». Quindi avversarie in palla.«Sì, due squadre in salute che probabilmente giocheranno a specchio col 4-3-1-2 con De Paul e Birsa trequartisti. E proprio loro potrebbero essere decisivi. Poi c’è un ex dal dente avvelenato come Théréau».Avvelenato quanto?«Mi pare non si sia lasciato tanto bene col Chievo, di sicuro ci tiene a far bella figura e a lasciare il segno».Oltre alle scelte tattiche ci sono altri aspetti che accomunano le filosofie di calcio di Maran e Iachini?«Sì ma già sulla tattica ci sarebbe da fare un distinguo perché Iachini alla difesa a quattro c’è arrivato dopo. Lui era partito dal 3-5-2, poi ha visto che era meglio adeguarsi ad altre soluzioni. Maran invece questo gioco lo fa dall’anno scorso: la sua squadra ci è più abituata».Le certezze tattiche sono certamente uno dei punti di forza del Chievo. Cos’altro?«Gioca un bel calcio, è bene organizzato, compatto. E non fa giocar bene gli avversari. Sicuramente sarà una domenica molto difficile per l’Udinese, a cui tocca di fare la partita».C’è il rischio che i moduli a specchio e questa capacità di far giocare male gli altri penalizzi troppo lo spettacolo?«Io mi auguro di no. Tutte e due le squadre giocano col trequartista e le due punte. C’è Meggiorini, poi non so se Maran davanti a Birsa sceglierà Pellissier o Inglese. Bisogna tenere conto che mercoledì c’è il turno infrasettimanale per cui qualche calcolo in più bisognerà farlo. Senza contare gli infortunati».Per esempio?«L’Udinese ha perso Widmer che è una pedina importante. Wague o Angella? Non lo so».C’è un particolare punto di forza, su un fronte o sull’altro, su cui puntare per scombinare un po’ le carte in tavola? O magari un punto debole su cui viceversa puntare per forzare la partita?«Credo che il centrocampo sia il punto di forza sia dell’Udinese che del Chievo. Adesso a Udine c’è anche Kums che ha dato equilibrio a tutto il reparto. Anzi, a tutta la squadra. Poi la difesa con Danilo e Felipe. D’altra parte nel Chievo c’è uno come Meggiorini, là davanti, che corre per tutti e che negli ultimi anni ha fatto un enorme salto di qualità. E poi, ripeto, io punto su Birsa e De Paul».Sono i candidati più autorevoli per decidere la partita?«Assolutamente sì. Fanno gioco, dettano i movimenti, innescano le punte. Sì».Il futuro di queste due squadre, al di là del match di domenica, qual è? Lotta serrata per la salvezza o qualche cosa di più?«Il Chievo ultimamente ha dato altri segnali. L’anno scorso ha fatto un gran campionato e non ha mai lottato per la salvezza».E l’Udinese?«L’Udinese esce fuori da una stagione un po’ particolare ma i 6 punti in classifica – viste anche le trasferte di Roma e Milano – non sono male. Considera che Iachini ha perso a Roma dopo un primo tempo più che positivo, beccando due rigori il primo dei quali non ci stava perché c’era prima un fuorigioco… Lì è cambiato un po’ tutto, l’assetto tattico e l’aspetto mentale. Il resto l’ha fatto la vittoria sull’Empoli, determinante. Anche perché l’Udinese non vinceva in casa da febbraio».Il Chievo sta bene eppure Campedelli continua a tenere il profilo basso: che non abbia ragione Radovanovic che invece dice di porsi l’obiettivo dell’ottavo posto?«È normale che il presidente punti quota 40 e il giocatore a qualcosa di più».Campedelli visto da lontano che presidente è?«Io lo conosco molto bene, è una persona eccezionale che ha dato e sta continuando ancora a dare al Chievo. Ha avuto i suoi alti e bassi ma coi colossi che ci sono in giro è normale che quelli come lui o come Pozzo possano fare un po’ di fatica».Eppure il modello Udinese pare essere uno dei più ambiti dalle piccole.«Certo. Lo stesso però vale per il Chievo: anche lì sono state fatte cose eccelse». E Maran? Ogni tanto si sente parlare di un suo possibile approdo a Udine.«So che qualche approccio c’è stato ma non faccio parte del club. Quindi non mi occupo di aspetti tecnici né conduco le trattative».Ma il suo può essere il suo un profilo giusto per l’Udinese?«Per l’Udinese ma non solo. Assolutamente sì».Un pronostico per domenica lo si può azzardare?«Onestamente spero che l’Udinese vinca ma conto soprattutto di vedere una bella partita».E lo scudetto invece a chi va?«Se continua così non c’è partita. Basta che la Juve non sia quella che ha giocato col Siviglia. Certamente martedì ci si aspettava qualcosa di più».Da ex juventino: hanno avuto ragione i tifosi a mugugnare o Bonucci a rimproverarli?«Hanno sbagliato tutti. C’è un equilibrio da rispettare. Chiaro che il tifoso si aspetta questa benedetta coppa però io credo che debba anche sempre sostenere la squadra. Bonucci invece deve trovare il giusto equilibrio nel dire quello che pensa».
(Fonte: L’Arena)
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