Udinese-Chievo, Radovanovic: “Vorrei fare un altro gol al ‘Friuli’, ma prima devo…”
giovedì 15 Settembre 2016 - Ore 14:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Tante certezze, qualche rimpianto. E la convinzione che si può continuare a volare, persino più in alto rispetto al campionato scorso. Ivan Radovanovic incassa (i quattro punti finora raccolti dal Chievo) e rilancia. Già a partire da Udine, prossima tappa del campionato gialloblù, dove «Rado» segnò il 23 novembre 2014 un gol pesantissimo. Per se stesso e per la squadra: «Il bis? Sicuramente darei tanto», sorride da Veronello. «In questa settimana ci ho pensato, ricordo bene quella partita là. Certo che per sperare di tornare a segnare devo anche ricominciare a tirare in porta, cosa che in queste ultime partite non ho fatto spesso». Qual è il tuo feeling con il gol?«Ho fatto tante partite belle, qualcun’altra – spero poche – peggio. Ma quando segni cambia tutto e magari diventi il migliore in campo. Direi che sono contento di quello che sto dando perché mi impegno sempre al massimo ma, ripeto, bisogna che tiri di più in porta».Da quel 2014 a oggi quanto credi che siate cresciuti?«Tanto. Oggi siamo una squadra più matura. Chiaro che il mister in questo ci ha dato una grande mano».A centrocampo ultimamente Castro-Radovanovic-Hetemaj è diventata una filastrocca: lì siete sempre quelli…«Con Hete gioco da quattro anni, ormai lo conosco bene. L’anno scorso è arrivato anche El Pata che ha caratteristiche perfette per attaccare ma anche per difendere. Noi tre ci capiamo bene e riusciamo a coprirci a vicenda quando serve. Occhio però che anche Valter Birsa, qualche metro più avanti, ci dà una bella mano. Ma è tutta la squadra che sa darsi equilibrio».A proposito, quanto pensi che vi abbia dato Castro?«Io lo conoscevo dai tempi del Catania, dove giocava molto più offensivo, un po’ come l’anno scorso quando siamo partiti a Empoli. Il mister poi gli ha un po’ corretto il ruolo e devo dire che non mi aspettavo potesse darci così tanto anche nella posizione di oggi. Perché sa coprire ma ha quell’inserimento in area che gli permette anche di segnare».Contro la Lazio cos’è mancato per andare a vincere?«Ci è mancato veramente poco. “Caccia” ha avuto le sue occasioni così come ce le hanno avute Gamberini e Cesar. È mancata un po’ di fortuna ma sono comunque contento perché abbiamo dimostrato di essere maturi. Potevamo vincere ma anche perdere. Ricordiamoci che la Lazio, soprattutto davanti, ha fior di giocatori. E noi siamo stati bravi a chiuderli regolarmente nell’uno contro uno».Alla vigilia del campionato avresti firmato per i 4 punti?«Non ho mai avuto paura del calendario perché so che noi possiamo giocarcela a viso aperto con tutte. E perché sapevo che, pur essendo grandi squadre, non potevano essere al massimo. Diciamo che avrei firmato ma resta un po’ di rimpianto per la gara di Firenze». I rimpianti nascono più da quello che avete sciupato in attacco o da quello che avete magari concesso dietro?«Non direi che abbiamo concesso tanto considerate le avversarie. Mi spiace per quel che abbiamo lasciato sulle palle da fermo visto che siamo tra i più alti della A ma va anche detto che siamo riusciti a segnare a squadre forti. Con la Lazio anzi siamo stati devastanti se guardiamo le occasioni». Insomma, dove può arrivare questo Chievo?«L’anno scorso siamo arrivati noni per cui io punto all’ottavo posto. Bisogna alzare sempre il livello. Ovvio che la priorità resta la salvezza ma una volta oltrepassata quota 40 punti secondo me dobbiamo cercare l’ottava posizione».Siete sempre quelli, avete il vantaggio di conoscervi ma il possibile effetto sorpresa è un po’ svanito: come la giudichi questa orchestra Chievo?«Siamo sicuramente ancora più forti del campionato scorso. Da quando ci siamo ritrovati al Bottagisio ho visto che c’è ancora tanta voglia di far bene. Non vogliamo fermarci. Basta vedere l’intensità dei nostri allenamenti».A Maran potreste restare orfani di Maran: come giudichi questa squalifica?«Onestamente non so bene cosa ha fatto, so che il mister sente molto la gara come tutti noi e so che in campo ci mancherà. Ipocrisia da parte del giudice? Non saprei, c’è sempre una soglia da non oltrepassare ma, ripeto, non so che colpe abbia lui. E non mi pronuncio oltre».
(Fonte: L’Arena)
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