Chievo-Lazio, Maran: “Pareggio? Faccio fatica ad accontentarmi, voglio ottenere il massimo!”
domenica 11 Settembre 2016 - Ore 10:30 - Autore: Gabriele Fusar Poli
L’onda lunga, dolcissima, del poker di un anno fa non sembra essersi ancora del tutto esaurita. Forse perché quel Chievo, oltre che impartire una severa lezione di gioco alla Lazio, travolta senza rispetto alcuno, aveva messo un bel timbro anche sul libro della storia. Della sua storia. Che ogni tanto è bene (e bello) rileggersi.Oggi si ricomincia – dopo la prima sosta del campionato – con le stesse squadre infilate nello stesso teatro, quello del Bentegodi. Con un Chievo parente stretto (Paloschi a parte) di quello che firmò la quaterna e una Lazio che ha intrapreso nel frattempo un percorso differente, a partire dalla scommessa fatta in panchina, dove oggi siede Simone Inzaghi, sorriso naturale e aria da predestinato. Un po’ per il cognome che si porta addosso e soprattutto perché la sua squadra ha già lanciato segnali precisi: apprezzabili lo spirito e la predisposizione al gioco, con una potenza d’attacco che – ora che pure Keita è stato reintegrato – vale le migliori squadre del lotto. Insomma, meglio accantonare quel 4-0 e ritornare con i piedi belli ancorati per terra. In fondo lo stesso Luca Campedelli, venerdì, aveva confessato all’emittente laziale Radio Sei che lui per la patta la sua firma ce l’avrebbe messa al volo. Anzi, «tutta la vita». Scherzava? Chi lo sa.Di sicuro il presidente non trova la sponda di Rolando Maran che rivela, nella tradizionale conferenza stampa della vigilia, che lui ha tutta l’intenzione di provare a vincere: «Faccio fatica ad accontentarmi, precludersi qualcosa non va mai bene». Occhio, perché «non vogliamo essere spocchiosi ma avere l’orgoglio di chi vuole ottenere il massimo anche da partite difficili come questa», dice l’allenatore. Consapevole che si tratti di «una verifica dura vista la caratura della squadra avversaria» e deciso a sconfiggere anche il caldo, visto che si gioca al pomeriggio, a temperature oggi non proprio alleate di una squadra «costretta a correre tanto per far bene». E poi la Lazio è la Lazio, col suo tridente di alto profilo e una «difesa solida», che ha dimostrato di sapersela cavare bene anche contro la Juve».Tra un pensiero e l’altro si infilano, inevitabilmente, gli entusiasmanti ricordi del successo del torneo scorso: «Quella fu una delle partite giocate meglio», puntualizza Maran, «ma ce ne sono state altre di eccellenti, pur con risultati meno eclatanti». Niente paragoni però: «Parliamo di annate diverse, di partite diverse».Domenica scivolosa in ogni modo. Stuzzicante ma pericolosa, a dispetto della fiducia riposta nel gruppo: «Sì, c’è sempre grande consapevolezza», ricorda Maran. «Se siamo squadra e abbiamo l’atteggiamento giusto sappiamo che possiamo metter in difficoltà chiunque».Rispetto alle prime due giornate guadagna posizioni Sergio Pellissier. Inglese, finora sempre titolare, ha infatti smaltito solo venerdì una forma influenzale. Senza contare che il capitano, in carriera, ha già castigato i capitolini – vittima prediletta – per ben sette volte. Gli altri dieci dovrebbero essere gli stessi già schierati contro Inter e Fiorentina: «Io i giocatori in questi due anni li ho sempre ruotati», precisa comunque Rolly, «e può darsi che qualcosa con la Lazio cambi».E le new entry di mercato? «De Guzman è una freccia in più, lui come tutti quelli che finora non sono partiti titolari rappresenta una soluzione che può essere ottimale per noi: deve solo crescere dal punto di vista fisico». Quanto a Bastien, anche lui «va ritrovato dal punto di vista atletico» ma «è uno molto dinamico che ha capacità di leggere le situazioni».La valutazione sulla campagna estiva, a bocce ferme, resta positiva: «Questa è una rosa che mi dà ampie garanzie e sono felice di allenarla», fa Maran. «Qui ci sono valori tecnici e morali e noi contiamo molto su entrambi».La sfida alla Lazio chiuderà un primo trittico non proprio comodo: «Credo che il Chievo abbia finora dimostrato di esserci e di volersi ritagliare il suo spazio anche quest’anno con l’idea di salvarsi il prima possibile», commenta Maran. «Sì, finito il mercato si può dire che inizi il campionato vero».
(Fonte: L’Arena)
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