Chievo, Bastien: “La più grande emozione della mia vita! E a centrocampo…”
mercoledì 7 Settembre 2016 - Ore 11:20 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Hazard e Nainggolan, i suoi due idoli, non li ha scelti a caso. Quei due delimitano anzi l’ampio segmento in cui Samuel Bastien amava muoversi nell’Anderlecht. La zona centrale era tutta sua. Dalla propria trequarti all’area avversaria. Il Chievo però non l’ha mai visto giocare così, notato per la prima volta solo l’anno scorso ad Avellino in una stagione da 31 partite e due gol che gli è servita ad abituarsi ad un altro modo di giocare ma anche ad imparare un discreto italiano. Sveglio il ragazzo, uno dei tanti fratelli minori di una lunga lista di talenti scelti dal Belgio per dare continuità alla covata dei Courtois, Witsel, De Bruyne, Lukaku.GRANDE SCUOLA. All’Anderlecht, academy che ha accolto Bastien dopo le annate allo Standard Liegi, tutto fila via a grande velocità. Il lavoro ad alta intensità viene prima di tutto, quello che obbliga alla giocata il più possibile rapida. Prima di ricevere il pallone bisogna aver già pensato dove mandarlo. Una regola a cui è impossibile sottrarsi in uno dei settori giovanili più floridi d’Europa. Dura la selezione, normale in una scuola che ha prodotto tanti campioni. L’ultimo è Youri Tielemans, diciottenne già finito nel mirino della Juventus ma non solo, gemello proprio di Bastien nella mediana dei ragazzi dell’Anderlecht. «Firmare per il Chievo è stata la più grande emozione della mia vita. La Serie A è un campionato molto difficile, con grandi squadre e grandi giocatori. Per me è magnifico essere qui dopo l’Avellino e la formazione che ho ricevuto all’Anderlecht», racconta Bastien, che col Chievo ha firmato un contratto di tre anni proprio all’ultimo giorno di mercato, dopo un’estate in cui l’avevano cercato anche il Liverpool e mezza Inghilterra. «Qualche contatto per la verità c’è stato, ma alla fine niente di concreto. Quando ho saputo della possibilità di restare in Italia non ho esitato un attimo», continua Bastien, uno dei tanti pescati in Belgio dopo i vari Zukanovic e Théréau in un mercato sempre più residenza del Chievo.PAROLA DEL PRESIDENTE. Su Bastien s’è deciso di puntare forte. Patrimonio della società da far lievitare senza correre troppo. «È un giovane di prospettiva, mi auguro che questo possa essere per lui il definitivo trampolino di lancio nel calcio che conta», la fotografia del presidente Luca Campedelli, sempre attento nel conservare l’equilibrio giusto fra punti fermi e potenziali valori aggiunti. «Abbiamo cercato quest’anno di creare un mix fra giocatori esperti e giovani. Qualcosa dovevamo cambiare, fermo restando che l’ossatura-principe è quella di sempre. Era giusto comunque inserire dei prospetti che potranno un giorno fare la loro fortuna ma anche quella del Chievo. In Belgio ci sono giocatori non ancora conosciutissimi, un mercato molto affine alle necessità del Chievo», il riassunto di Campedelli, che nella corsa a Bastien ha sfruttato pure il filo diretto dell’area scouting con gli agenti del giocatore, elemento decisivo per battere una concorrenza particolarmente agguerrita. PROMESSA VERA. Punta in alto Bastien, già passato da tutte le nazionali giovanili compresa l’under 21. «Hazard è da sempre un mio riferimento ma anche Nainggolan lo è. Posso giocare ovunque a centrocampo, se dovessi però decidere sceglierei di andare dietro la prima punta. Mi piace avere la palla fra i piedi», l’autoritratto di Bastien, vent’anni il prossimo 26 settembre, notato per la prima volta in Italia al torneo di Viareggio del 2014, quando l’Anderlecht venne sconfitto in finale dal Milan di Pizzo Inzaghi ma lui giocò una gran partita da mediano nel 4-2-3-1 belga. Bastien lo conoscevano già tutti però in Europa, sempre titolare nelle 13 gare di due edizioni della Youth League, la Champions League Primavera, nell’Anderlecht che l’anno scorso raggiunse la semifinale, battuto dallo Shakhtar Donetsk che perse poi la finalissima col Chelsea. Bastien condì quelle presenze con un gol all’Arsenal e tanti assist. Il debutto coi grandi dell’Anderlecht il 6 dicembre di due anni fa contro il Mouscron, quello in Italia nella dura Serie B con la maglia dell’Avellino dove ha ristretto il suo raggio d’azione ma inciso comunque parecchio. Ha un destro molto educato Bastien, una scuola di pregio e un ambiente che non gli metterà pressioni. Qualche chilo in più non guasterebbe, giusto per reggere a spallate e contrasti che nessuno gli risparmierà solo perché è l’ultimo arrivato. Nemmeno a Veronello, com’è giusto che sia. Le doti per far strada non gli mancano, qualità garantite da una superba catena di montaggio come quella dell’Anderlecht. Il resto verrà col tempo.
(Fonte: L’Arena)
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