Mantova-Venezia, Edera: “Che emozione l’esordio! Ed Inzaghi mi ha detto…”
lunedì 5 Settembre 2016 - Ore 11:30 - Autore: Gabriele Fusar Poli
«Mi ha detto “vai, cambiati ed entra”. Non ho avuto molto tempo per capire quanto stava accadendo». Simone Edera, 19 anni, piemontese, ricorda benissimo le parole con cui Filippo Inzaghi lo ha lanciato nella mischia l’altra sera a Mantova, alla mezzora del primo tempo, per prendere il posto di Gianni Fabiano uscito malconcio al ginocchio dopo un contrasto con il portiere Bonato. «Una bella emozione, davvero» aggiunge l’attaccante arrivato dal Torino, «voglio ringraziare il mister per l’opportunità che mi ha dato. È stata una partita molto intensa, non è mai semplice entrare a freddo, spero di aver assolto il mio compito. Il Mantova ci ha aspettato per un tempo, logico che nel finale aveva qualche energia in più da spendere. È più semplice attendere e difendersi che non aggredire alto, proporsi e attaccare». Esordio con il Venezia, uno degli ultimi arrivati (10 agosto) in laguna. «Ho trovato un gruppo stupendo, l’inserimento è stato semplice, tutti mi hanno aiutato». Perinetti lo ha prelevato dal Torino con il prestito di Chicchiarelli al Viareggio, ma per Simone Edera non è il debutto assoluto tra i professionisti. «No, il primo impatto con il calcio dei “grandi” me lo ha permesso Ventura, lo scorso anno, al Torino». Un minuto all’Olimpico contro la Roma, cinque minuti al Friuli contro l’Udinese. Venticinque presenze, 9 gol e 5 assist con la Primavera granata, secondo classificato agli Europei under 19 con l’Italia, dove ha giocato 56’ contro l’Austria nel girone eliminatorio e 34’ nella finale persa con la Francia. «Il pareggio? Meglio portare a casa un punto che perdere» aggiunge il torinese, «nel primo tempo il Venezia ha avuto le occasioni per passare in vantaggio, Bonato è stato eccezionale in un intervento. Avessimo sbloccato il risultato, sarebbe stata un’altra partita, il Mantova avrebbe dovuto aprirsi e noi avremmo trovare più spazi. Quando tieni il pallino del gioco per 70’ è ovvio che alla fine rischi di calare, il Mantova ha avuto anche un paio di occasioni nel finale, ci è andata bene. Quel che conta è che creiamo occasioni, arriverà anche il gol. Ha ragione il mister a insistere anche in allenamento di fare gol in qualsiasi momento, se ci abituiamo durante la settimana a segnare, poi sarà più semplice anche il partita. Adesso concentriamoci sulla Reggiana».
(Fonte: La Nuova Venezia)
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«Vai, attacca l’uomo, cerca l’uno contro uno e la profondità». Simone Edera riassume così le consegne che mister Pippo Inzaghi gli ha dato al Mantova, quando alla mezzora del primo tempo Fabiano ha alzato bandiera bianca per una botta al ginocchio. Come spesso accade la sfortuna dell’uno diventa una chance per un altro, e così l’esterno mancino torinese ha debuttato con la maglia arancioneroverde. «Naturalmente sarà l’allenatore ad analizzare la partita dicendo cosa ha funzionato e cosa no, da parte mia posso solo assicurare che ho dato tutto quello che avevo fino all’ultima goccia di sudore – la soddisfazione del 19enne giunto in prestito dal Torino – Sono tra i più giovani e tra gli ultimi arrivati, a mister Inzaghi posso solo dire grazie per avermi dato fiducia». Lo 0-0 del Martelli è comunque una frenata per il Venezia dopo i primi tre punti col Forlì. «Nel primo tempo abbiamo avuto il pallino del gioco in mano e due nitide occasioni, in una delle quali il portiere avversario (l’ex di turno Bonato, ndr) si è superato con una paratona. Nella ripresa siamo un po’ calati, soprattutto negli ultimi 15-20 minuti. Sicuramente possiamo solo crescere». Valutazione quest’ultima che Edera rivolge anche a se stesso. «Quello di esterno alto a destra è il mio ruolo preferito, mi trovo a mio agio anche nel tentare certe giocate. Sono consapevole e determinato a migliorare, arrivo sempre lì davanti, a volte m’intestardisco e invece nella conclusione in porta e nel dai e vai posso fare di più. Mi ero allenato un po’ con il Torino, dopo l’Europeo Under 19 (chiuso al secondo posto alle spalle della Francia, ndr) ho rifiatato un po’ e quando sono arrivato a Venezia ero «fermo». Ora va molto meglio, il lavoro continua». Anche perché Reggiana, Parma e Ancona attendono al varco gli arancioneroverdi. «Siamo solo a settembre ma ci aspettano tre gare in otto giorni, una più importante e decisiva dell’altra. Saremmo stupidi a non arrivarci con la testa giusta, ne va del futuro nostro e del Venezia che vogliamo spingere in alto. Di certo non siamo una squadra da calcoli, l’obiettivo di partenza è vincere prima con la Reggiana e poi con le altre. Qui sto conoscendo un ambiente molto tranquillo, una società che dà e pretende molto. Venezia è una chance da sfruttare per tutti noi».
(Fonte: Gazzettino, edizione di Venezia)
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