Chievo-Inter, Maran: “Partita dalle mille insidie, vogliamo capire di che pasta siamo fatti…”
domenica 21 Agosto 2016 - Ore 11:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
L’Inter è una corazzata che avanza a fari spenti, quasi avvolta dalla nebbia. Avversaria blasonata e abbondante di talenti ma non ben identificata dai radar del Chievo, che stasera se la troverà di fronte sul campo di battaglia del Bentegodi. Il problema per i gialloblù è che i nerazzurri, ospiti a questa prima di campionato 2016-’17, hanno appena cambiato guida tecnica, rotta, filosofia di gioco.Si presume almeno perché dall’avvento di Frank De Boer (il nuovo che avanza, appunto) a oggi il suo omologo Rolando Maran ha potuto raccogliere davvero pochi spunti, scarsissime indicazioni tattiche, ridotte informazioni sul perché e sul percome. Il che, per inciso, può pure disturbare ma non toglie il sonno a Rolly.LA FEBBRE DEL SABATO. A Veronello si respira la sana febbre della vigilia, la piacevole ansia dell’attesa, la scossa di energia dell’ennesimo esordio di Serie A. Il quindicesimo per la precisione: «Conosciamo l’entità e la caratura dell’Inter», fa Maran. «Anche se ha cambiato da poco ha già lavorato due settimane col nuovo allenatore e comunque ha grandi talenti».Certo «per noi è stato un po’ come preparare la partita alla cieca», rileva ancora il tecnico gialloblù. «Abbiamo pochi indizi ma come sempre dovremo lavorare su noi stessi e sulle cose che noi dovremo fare, preparati a qualsiasi situazione che si può creare in campo». Nessuna paura del nemico. Ma anche nessuna sottovalutazione: «Non è che possiamo scindere le squadre con le quali far punti dalle altre», spiega Maran. «La A è tutta insidiosa, impegnativa e noi vogliamo partire bene anche se contro una delle squadre che si troverà alla ribalta del torneo».Il tema centrale resta in ogni caso quello della vigilia speciale: «Ogni esordio ha un sapore diverso e uguale», sorride l’allenatore del Chievo. «C’è sempre emozione e la gran voglia di ripartire da parte di tutti, a maggior ragione contro una squadra così blasonata, nel nostro stadio e davanti ai nostri tifosi. Abbiamo voglia di esserci e grande attesa per rimisurarci. Vogliamo capire di che pasta siamo fatti in una partita che presenta mille insidie. Loro hanno tante motivazioni ma anche noi abbiamo le nostre: restiamo quelli che vogliono ritagliarsi uno spazio contro chiunque giochino. L’orgoglio? Ovvio. Per il Chievo ripartire dalla A è sempre una conquista che dura un anno e si guadagna col lavoro. Nulla è scontato. Tutto va riconquistato e se anche hai fatto bene devi saperti rimettere in gioco con la testa giusta».Rapida la digressione sulla sconfitta dell’anno scorso: «Ci si pensa, certo. Avevamo dimostrato anche allora di poter portare a casa il risultato positivo, era andata male però adesso la storia è diversa e noi dobbiamo scriverne subito un’altra».FISIONOMIA CEO. Se l’Inter è (quasi) tutta da rivelare il Chievo costruisce la sua forza sulle certezze e le conoscenze reciproche acquisite col tempo. Il che, peraltro, può trasformarsi in un’arma a doppio taglio: «Prevedibili? Se sappiamo capitalizzare il fatto di essere rimasti quelli della stagione scorsa, con la fame e la cattiveria giusta, questo diventa un valore aggiunto», ricorda Maran. «È il nostro atteggiamento che sulla conoscenza reciproca può darci dei vantaggi».Essenziale resta l’approccio mentale: «Il nostro calcio, quello che piace a me, è quello dell’anno scorso. Mica sempre si può essere bravi e fortunati a portare a casa il risultato ma sulla mentalità dobbiamo crescere sempre e la strada tracciata è quella. Mantenendo gli equilibri giusti. Spregiudicati contro tutti ma con gli equilibri giusti».Del resto «l’aspetto mentale era uno di quelli su cui lavorare ancora quest’estate, con l’Inter vedremo se il lavoro ha funzionato». Dribblate le domande di mercato («adesso devo pensare solo all’Inter, diversamente darei un segnale sbagliato») le ultime riflessioni sono dedicate a De Boer: «Sarà un piacere confrontarsi con realtà diverse. Una scoperta? Sì, anche se a livello europeo abbiamo già visto cosa sa fare. Cosa può fare l’Inter di De Boer non lo so: di sicuro ha una caratura tecnica incredibile e tutte le carte in regola per fare bene».
(Fonte: L’Arena)
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