Chievo-Virtus Entella, Maran: “Siamo la squadra combattiva di sempre, e vogliamo passare”
venerdì 12 Agosto 2016 - Ore 12:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Riecco il Chievo, quello vero. O un suo parente piuttosto stretto. Quello che ha ricominciato davvero a correre, a mordere, a pungere. A raffinare il suo calcio essenziale, rapido, cattivello il giusto.Senza peraltro rinunciare all’estetica. Chievo che torna da Carate Brianza, teatro della Sportitalia Cup di mercoledì, con qualche conferma in più.Lo ribadisce pure Rolando Maran, ormai proiettato sulla prima sfida che conta della stagione, quella di domani sera al Bentegodi, terzo turno di Coppa Italia, contro la Virtus Entella: «È normale che riacquistando tono e riacquistando brillantezza la squadra riesca ad acquisire la lucidità necessaria a provare le giocate giuste», racconta il tecnico con gli occhi alle mini-partite contro Brescia e Folgore Caratese, «perché quando le gambe sono un po’ più reattive le giocate possono essere più efficaci».Chiusa la fase della amichevoli è ormai tempo di Coppa Italia. Quali sono le aspettative, al di là dell’obiettivo qualificazione?«Mi aspetto progressi sotto tutti i punti di vista, mi aspetto l’atteggiamento giusto. Si ricomincia fare sul serio e vogliamo partire nel modo giusto. Al di là di quello che sarà il risultato come prestazione, come approccio alla partita. Dobbiamo cominciare a far vedere che siamo pronti».Meggiorini, inedito trequartista, è stato eletto miglior giocatore del triangolare di Carate: significa che anche gli esperimenti funzionano…«Massì. Ho avuto la possibilità di sperimentare alcune soluzioni che ci possono venire utili anche in corso di gara. Era già successo che alcuni giocatori facessero ruoli non consueti e avevo già avuto risposte positive, anche stavolta è stato così».Cosa ha convinto di più nel triangolare di Carate? L’aspetto mentale, quello fisico o cos’altro?«La voglia di fare la partita di aggredire la partita e l’avversario, di essere tignosi. Cose che sono nel dna di questa squadra e che ritrovando la brillantezza giusta vengono fuori in maniera naturale». Impazzano le voci di mercato, alcune davvero suggestive. Al di là delle ovvie cautele del Maran allenatore cosa penserebbe il Maran tifoso nel leggere di certi possibili arrivi a Verona?«Io non sono un tifoso. Se lo fossi risponderei da tifoso ma non lo sono. Direi che la società sta cercando di operare per completare l’organico che dovrà affrontare il prossimo campionato. Disquisizioni su questo non ne faccio, devo parlare e agire per forza da allenatore».Manca molto per completare questa rosa? E manca molto per vedere il Chievo al cento per cento alla prima di campionato?«Al cento per cento sarà difficile esserci già. Chiaro che dovremo avvicinarci il più possibile. Per quanto riguarda quello che manca sicuramente, a livello numerico, abbiamo necessità di capire chi andrà via anche per vedere come rimpiazzarlo. Una volta chiarite queste situazioni arriveremo a completare la lista dei ventuno nella maniera più opportuna».Cosa resta di questo mese di lavoro all’antivigilia della coppa? In senso positivo e negativo, al di là degli infortuni…«Resta tanto lavoro. Quello che ci ha anche evidenziato dove dobbiamo migliorare. E anche tanta voglia da parte dei giocatori di faticare e sacrificarsi senza preoccuparsi di avere le gambe piene. E questa è la strada giusta».Un cenno sulle giovani leve: quelle che hanno lavorato con voi in ritiro, quelli che hanno ben figurato anche contro la Folgore.«Per loro è stato un mese difficile, hanno dovuto affrontare quaranta giorni impegnativi anche dal punto di vista fisico. Con la Folgore ho visto risposte importanti. Anche loro, non appena abbiamo alleggerito il lavoro, mi hanno fatto vedere le cose migliori il che mi fa piacere. Significa che abbiamo investito bene su questo periodo».E non c’è il rischio che qualcuno pensi già all’Inter sottovalutando l’impegno di coppa…«No, stiamo pensando all’Entella e stiamo lavorando in serenità per arrivarci nel modo migliore e con la tigna giusta. Quella che non possiamo mai perdere. L’ho detto prima: questo è il nostro dna e non possiamo permetterci di essere diversi da quella squadra combattiva, che non molla e aggredisce l’avversario. Piano piano stiamo arrivando ad essere di nuovo quelli lì».C’è ancora qualche residuo fastidio per l’eliminazione, inattesa, della stagione passata?«Ovviamente vorremmo non ripetere l’approccio dello scorso anno sotto il profilo del risultato. La partita in realtà aveva lasciato alcune tracce positive. Vogliamo passare il turno».
(Fonte: L’Arena)
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