Pordenone, Tedino: “Sarà l’annata più difficile, ma se sono rimasto è perché…”
lunedì 20 Giugno 2016 - Ore 16:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Il mercato, i nuovi arrivi e alcune dolorose partenze. Quindi i principi di gioco che dovrà avere la sua squadra e gli obiettivi che si pone, personali e col Pordenone. Bruno Tedino, tecnico-manager dei neroverdi, si concede a un’ampia intervista e, per la prima volta dopo aver detto “sì” al presidente Lovisa, parla di tutto. «Siamo reduci dalla miglior stagione in 96 anni di storia – afferma –. Ecco, quella di fronte a noi sarà l’annata più difficile: dobbiamo consolidarci e far vedere che ciò che abbiamo fatto non è un caso». Mister, il Pordenone 2016-2017 come si propone? «Come una squadra antipatica, guastafeste. Vogliamo essere fastidiosi per chi ci affronta, dalle corazzate a tutte le altre formazioni. Ce la possiamo fare, ma come lo scorso campionato dobbiamo essere tutti uniti: società, pubblico, squadra. Così possiamo fare un altro grande torneo». Si riparte senza giocatori come Strizzolo, Pasa, Pederzoli e privo di Giorgio Zamuner, il consulente di mercato passato al Padova… «Abbiamo trovato professionisti che, grazie al Pordenone, ora sono in B. Ne troveremo altri: nessuno la scorsa estate puntava su Strizzolo e Pasa e ora sono approdati al Cittadella. I tifosi non devono preoccuparsi. Peserà la mancanza di Giorgio: è stato lui a riportarmi qui, dopo 15 anni dalla prima volta, in una piazza che era scettica nei miei confronti. Assieme abbiamo vinto una scommessa. Mancherà il confronto giornaliero con lui». Le dispiace di non essere andato con lui a Padova? «Mi hanno cercato società di B, di Lega Pro, ma avevo i playoff da preparare e non volevo pensare al futuro. Poi, terminato il torneo, mi sono fermato a riflettere e ho preferito rimanere qui, onorando il contratto che scade nel 2018: l’ho fatto per la gente, per i bambini del nostro vivaio, per la mia famiglia e per riconoscenza nei confronti del presidente Lovisa, che mi ha dato fiducia e fatto sentire importante». É un annata di consolidamento per il Pordenone, ma anche per lei… «Voglio dimostrare che posso far esprimere alla mia squadra un buon calcio anche così, senza il supporto di Zamuner. Mi affiancano Matteo Lovisa e Denis Fiorin, sono soddisfatto, e sono sicuro che faremo un campionato emozionante: non conta dove arriveremo, conta come affronteremo la stagione». Non fa proclami: sono delicate le stagioni post-miglior risultato della storia? «Sì, e i tifosi devono capirlo. Dobbiamo scordarci ciò che è stato. Ma faremo di tutto per pareggiare a livello di motivazioni e impegno l’ultimo campionato. Dobbiamo far vedere che non siamo dei parvenu a questo livello». Come giocherà il Pordenone? «Il modulo sarà deciso in base ai giocatori che acquisteremo nel reparto offensivo. Un’estate fa ero partito per schierare un 4-4-2, poi abbiamo trovato l’equilibrio nel 4-3-3 e nel “rombo”. L’importante non sarà lo schema ma i principi di gioco. Voglio un gruppo propositivo, con tutti i giocatori che partecipano alla fase di possesso e non possesso, abili a smarcarsi. E muovere velocemente la palla». Pasa e Strizzolo sono saliti in B, Pederzoli al Venezia: e se il Pordenone dovesse perdere anche Cattaneo? «Non abbiamo ricevuto alcuna richiesta per Luca. È un giocatore importante, che nell’ultimo periodo non ha giocato solo per problemi fisici. Puntiamo su di lui e può anche cambiare ruolo, può giocare mezzala. Berrettoni? Sarà un elemento fondamentale, favolosa arma tattica». Mister, si è reso conto, dopo essere andato a incitare i tifosi sotto la curva a Pisa, di essere diventato un idolo? «Vedo tanto affetto e mi fa piacere. La gente ha capito che sono una persona seria, che lavora e che trasmette valori importanti alla squadra. Spero di ripagare tutta questa fiducia con un altro campionato emozionante».
(Fonte: Messaggero Veneto)
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