Mercato Chievo, si va a caccia di fantasia: fari su El Kaddouri e Verdi
martedì 14 Giugno 2016 - Ore 12:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Lo sguardo è tutto nella metà campo avversaria. Il nuovo Chievo sarà più pericoloso e imprevedibile, tanto le spalle sono già coperte. Da quando c’è Maran la difesa è stata la quarta e l’ottava della Serie A con uomini che resteranno, tranne Bizzarri, tutti al loro posto. Con un anno in più, dettaglio che però a Veronello più che un deterrente spesso diventa un valore. Come sostiene il ds Nember «se hai più esperienza nove volte su dieci la partita la vinci tu». Per questo la linea a quattro verrà toccata il meno possibile. I margini di manovra sono altrove. Il secondo Chievo di Maran è stato bravo a trasformare il peggior attacco del campionato nel dodicesimo, da un’estate all’altra. Cambiare pelle in fretta storicamente è stato persino facile per il Chievo, basti pensare al secondo anno di Serie A quando la macchina di Delneri fu aggiustata in corsa con una linea difensiva più bassa che poco tolse alla predisposizione della squadra ad aggredire l’avversario. Meno spettacolare ma più riflessivo, la perfetta chiusura del cerchio. Straordinario fu anche il lavoro di Bepi Pillon, che col suo calcio frizzante aumentò a dismisura la produzione offensiva pur subendo qualche gol di troppo. Stavolta è diverso, stavolta il Chievo il suo equilibrio l’ha già raggiunto. A tal punto che migliorare il giocattolo non sarà facile, anche se la strategia c’é già: la difesa resta com’è, la partita si gioca davanti. Nel cuore del gioco.UOMO-CHIAVE. Il destino del Chievo passerà ancora dai piedi di Birsa, a cui verrà chiesto di ripetere la stagione da sei gol ed assist a ripetizione che l’hanno finalmente promosso ad uno dei migliori della Serie A nel suo ruolo. Birsa non segnava così tanto dai tempi dell’Auxerre, cinque anni fa. Proprio lui è il riassunto fra il primo e il secondo Chievo di Maran. Da operaio della fascia a mezzapunta sempre nel vivo dell’azione, dove ha potuto sfruttare in pieno tutto il suo talento. Risolvendo partite su punizione, con un guizzo, con un tiro dalla distanza. Alla soglia dei trent’anni Birsa è diventato più continuo e decisivo. Il Chievo gli chiederà di salire un altro gradino.FATTORE-SORPRESA. Tre gol Castro, tre Rigoni. Resteranno tutti e due, il mercato attorno a loro s’è limitato a chiacchiere e timide offerte parecchio lontane da quel che entrambi valgono. Rigoni sta imparando in fretta il mestiere, recuperatore di palloni ma anche attaccante aggiunto coi tempi giusti per infilarsi negli spazi che le punte hanno sempre saputo creare. Il suo primo anno di Serie A è stato super, il secondo dovrà essere ancora migliore. Anche sottoporta. Il discorso vale pure per Castro, uno che vale ad occhi chiusi almeno il bottino di Birsa non fosse altro per l’abitudine ad aver giocato lungo la sua carriera parecchi metri più avanti rispetto alla sua posizione di mezzala al Chievo. Il miglior Castro vale quasi una big. E Maran, che lo conosce dai tempi di Catania, sa che tre gol per uno con quei piedi sono decisamente pochi.ADDIZIONE GUSTOSA. Il prossimo Chievo avrà ancora più fantasia, finora garantita soprattutto da Birsa e dalle fiammate ad intermittenza di Pepe. Nember vuole un trequartista giovane, dinamico, capace magari anche di fare la seconda punta. Senza dare troppi riferimenti. El Kaddouri, che lascerà Napoli, è più alla portata di Duda che all’Europeo ha segnato al Galles pochi secondi dopo essere entrato in campo, finito sempre più nel mirino della Roma. Al Legia Varsavia non resterà di certo, le grandi si sono già mosse. Un freno forte alle speranze del Chievo, che comunque già in cuor suo sapeva benissimo che la vetrina di Francia o qualsiasi riflettore puntato su un suo obiettivo avrebbe obbligato automaticamente Nember a dover cambiare strada. Più facile dirottare le proprie attenzioni verso profili italiani. Come Simone Verdi del Milan, reduce da una stagione così così fra Eibar e Carpi e quindi in teoria perfettamente aderente col mercato silenzioso del Chievo. Non sarà facile però nemmeno arrivare a lui, perché il Carpi ha il diritto di riscatto fissato a 1,8 milioni di euro con tutta l’intenzione di esercitarlo e di tenersi il giocatore, a meno che non arrivino offerte particolarmente allettanti. Il Chievo aspetta, senza fretta. Le vie del mercato sono infinite.
(Fonte: L’Arena)
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