Venezia, Perinetti: “Ripartiamo da uno zoccolo duro e da uno spogliatoio forte. E Tacopina…”
lunedì 30 Maggio 2016 - Ore 15:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Joe Tacopina vuole riportare la bandiera arancioneroverde al più presto in serie A, Giorgio Perinetti gli ha regalato subito il primo passo avendo azzeccato tutte le mosse, ripagando con un Venezia vincente la «carta bianca» datagli dall’avvocato newyorkese. «Con Tacopina ci eravamo dati appuntamento nello scorso mese di luglio a Jesolo – ripercorre la stagione il 65enne dirigente lagunare -, un lungo incontro, cui ne sono seguiti poi molti altri a Roma nelle stanze dello Studio Tonucci, per spiegarmi il suo progetto. L’entusiasmo del presidente mi ha convinto, lui è uno che trasmette positività a tutti e ha conquistato anche me». Il nome di Perinetti, che dal 1972 al 2014 ha lavorato quasi esclusivamente in serie A, sembrava «eccessivo» per una realtà costretto a ripartire di nuovo dalla serie D. «Mi ha intrigato la possibilità di costruire qualcosa da zero proprio a Venezia, una città che per me ha sempre avuto un fascino assoluto. A 18 anni con i primi soldi messi da parte salii su un treno e venni a visitarla. Mi regalai un pranzo al Caffè Quadri, non l’avevo mai vista eppure già l’amavo. La novità di poter lavorare qui, molti anni dopo, poteva essere l’ideale per me anche perché ero reduce da un momento personale molto delicato». L’ex dirigente di Roma, Napoli, Juventus, Palermo, Bari e Siena ha sempre detto di aver premesso a Tacopina che «la serie D sarebbe stato lo scoglio più duro da superare». «Sembrava un paradosso ma così è stato, per difficoltà legati ad avversari, campi, ambienti e, non ultimo, al fatto di essere obbligati a vincere. Peraltro noi siamo partiti con un doppio handicap, per il ritardo sul piano tecnico, ma soprattutto per non aver potuto sbandierare subito l’effetto-Tacopina. Tutti si sono dovuti fidare solo di una stretta di mano: grazie a chi ci ha creduto, la promozione è stato un premio per tutti e anche per me da «esordiente» in serie D». Sulla più grande delusione Perinetti non ha dubbi. «L’epilogo della vicenda-Barreto è stata una coltellata, sul piano affettivo e pure dell’immagine. L’avevamo appena ricostruito e non mi sarei mai aspettato il suo addio. Un danno perché un giocatore del suo livello ce l’aveva solo il Venezia, abbiamo vinto bene comunque, ma con lui avremmo fatto meno fatica». Ovviamente il ds ha già avviato un progetto tecnico per la Lega Pro per consegnare a mister Favarin un Venezia pronto a vincere. «Già la scorsa estate Tacopina mi aveva chiesto quale budget servisse per passare subito dalla D alla Lega Pro alla serie B. Sappiamo che l’equazione «spendi tanto quindi vinci» non è vera, basta vedere Alessandria e Pavia mentre a salire in B è stato il Cittadella, con la sorpresa del Pordenone ripescato. Certo in Lega Pro il livello si alza e bisogna attrezzarsi. Ripartiremo da uno zoccolo duro, da uno spogliatoio forte, ma ugualmente sarà come ricominciare da zero. E mi terrò qualche finestra aperta per innesti importanti dell’ultima ora». La Lega Pro dovrebbe tornare a 60 squadre. «A oggi non ci sono regole certe, personalmente però sono cento volte favorevole ad una suddivisione verticale che oltre a qualificare il campionato, rendendolo molto più simile alla serie B, equilibrerà i valori sul piano tecnico».
(Fonte: Gazzettino, edizione di Venezia)
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