Udinese, Poggi: “Vi racconto Iachini, uno che ama lavorare e non apparire”
venerdì 27 Maggio 2016 - Ore 10:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
«Iachini? L’ho avuto come secondo a Piacenza. Era il vice di Novellino». Paolo Poggi apre l’album dei ricordi e racconta l’attuale allenatore dell’Udinese che nella sua carriera da calciatore ha indossato anche la maglia di quel Venezia nel quale Paolo è nato, cresciuto e ha poi terminato la sua carriera. Poggi, lei ha incrociato Iachini agli inizi della sua carriera in panchina. «Sì, rimase solo pochi mesi a Piacenza perchè poi si “mise in proprio” e andò ad allenare il Venezia dove aveva giocato per tre stagioni. Se non sbaglio prese il posto di Prandelli». Pochi mesi per capire cosa di lui? «Che era un buon secondo, mi fermavo sempre con lui a fine allenamento a provare i calci di punizione. Ti seguiva, amava molto il rapporto diretto. É uno schietto, qualità sicuramente apprezzabile». In quindici anni di carriera in panchina è rimasto solo un anno senza lavorare. «Visti i tempi un’altra qualità apprezzabile. Beppe è uno che ama il lavoro, non apparire. I suoi traguardi se li è sempre conquistati sul campo». Il giorno della sua presentazione non ha mai parlato in prima persona ma sempre al plurale… «Forse è una caratteristica che gli è rimasta dentro sin da quando era calciatore. Non era un solista, ma in un gruppo ci stava bene perchè esaltava le caratteristiche degli altri. A Venezia so che era molto apprezzato, era uno dei leader della squadra». Quando l’ha incrociata in sede cosa vi siete detti? «Ci siamo visti per il brindisi del compleanno del presidente. Mi ha fatto piacere vederlo». Lei parla sempre di quel “senso di appartenenza” che una squadra come l’Udinese deve avere e che i vecchi devono trasmettere ai nuovi. A chi spetterà questo compito ora che hanno lasciato Di Natale, Domizzi e Pasquale? «Prima di tutto la società, che dovrà far capire al tecnico cosa significa allenare l’Udinese, poi il mister dovrà trasferire questi concetti al gruppo. Un ragazzo come Felipe, comunque, credo possa essere molto importante in questo contesto. Conosce i meccanismi di società e spogliatoio e anche l’allenatore». Come si trasmettono questi concetti? «Con l’esempio. In una provinciale se vuoi ottenere risultati devi correre più degli altri in campo. Ogni componente, società compresa, può fare da trascinatore». Come si sostituisce Di Natale? «Non è facile e non si può programmare. Mi spiego: le responsabilità in fase realizzativa potranno dividersele un po’ tutti, ma poi magari sbucherà uno da doppia cifra abbondante». In Friuli non si sono accesi per l’ingaggio di Iachini. «Ci sta dopo due anni complicati. Ma la scelta mi piace perchè è arrivato un allenatore che lavora e nell’anno della rifondazione serviva un profilo del genere. Non basta preparare la cena, oltre allo chef bisogna avere anche chi apparecchia la tavola e Iachini, se serve, è in grado di fare il cameriere». Poggi, un’occhiata alla serie B. Bari e Cesena sono out, restano in corsa Trapani, Pescara, Spezia e Novara. «C’è grande equilibrio, se sono rimaste in corsa queste squadre significa che è giusto così. Ricordiamoci che in Inghilterra il campionato l’ha vinto il Leicester: significa che nel calcio c’è ancora meritocrazia e questa cosa mi piace». Squinzi ha dichiarato che vuole in Sassuolo in Champions.. «Rischioso dirlo. Devi sempre confrontarti con la realtà nella quale lavori, la tradizione e l’abitudine a vincere contano. Non credo che nei prossimi 20 anni il Sassuolo arriverà sempre nelle Coppe».
(Fonte: Messaggero Veneto)
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