Udinese, Domizzi racconta i suoi otto anni in bianconero: “Ma non so dove giocherò l’anno prossimo…”
lunedì 23 Maggio 2016 - Ore 10:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Otto anni di Udinese. Maurizio Domizzi li racconta con leggerezza e spensieratezza. Perchè sono stati bellissimi. Domizzi, estate 2008. Ma lei come ci è arrivato a Udine? «Quasi per caso. Era l’ultimo giorno di mercato. Il dg del Napoli Marino mi dice di salire a Milano. Io vado senza sapere quale squadra mi voleva. In estate avevo ricevuto offerte, ma il Napoli le aveva rifiutate tutte. Ho accettato quasi a scatola chiusa». Il suo esordio a Dortmund in Europa League… «Una delle più bella partite dell’Udinese in Europa, avremmo potuto vincere 4-0, non 2-0. E nel ritorno ci qualificammo ai rigori. Io che a Napoli non ne avevo sbagliato uno fallii il primo». Arrivaste ai quarti con il Werder Brema. Rimpianti per quell’eliminazione? «No, anche se fossimo passati avremmo trovato in semifinale Amburgo o Shakhtar. Il mio rimpianto è per la semifinale di Coppa Italia con la Fiorentina l’ultimo anno di Guidolin. Vincemmo 2-1 a Udine e perdemmo 2-0 il ritorno, ma giocando bene e creando molte occasioni. La finale sarebbe stato un giusto premio». Stagione 2010-2011. Nel girone di ritorno eravate un rullo compressore. «Andavamo a vincere ovunque. Frenammo un po’ alla fine, ma arrivammo comunque quarti». Quella è stata la sua Udinese migliore? «Diciamo che se la gioca con quella della prima mia stagione a Udine. Sanchez e Asamoah erano più giovani, ma in quella squadra c’erano Quagliarella, D’Agostino, Lukovic, Pepe. La rosa era sicuramente più ricca». Due preliminari di Champions, il primo con l’Arsenal, il secondo con lo Sporting Braga. «A Londra non giocai perchè infortunato e saltai anche il ritorno. I portoghesi erano un avversario più abbordabile, ma a distanza di tempo non ho un ricordo negativo di quelle partite. Sono state comunque una bella esperienza». La stagione 2012-2013 è quella delle otto vittorie consecutive… «Nella stagione precedente avevamo battuto tutti i record, ma anche quel finale di stagione fu impressionante. Due i giocatori che fecero la differenza: Pereyra, che fino a marzo aveva giocato pochissimo, e Muriel che in quel girone di ritorno diede il meglio di sè nella sua esperienza a Udine». Il quarto anno di Guidolin è stato sofferto. «Però non siamo mai stati vicino alla zona retrocessione. Fu un anno di quelli che possono capitare». E siamo quasi al presente con le stagioni targate Stramaccioni e Colantuono. «Ho vissuto peggio la seconda anche perchè non ho giocator praticamente mai. Un discorso è fare quattro partite in una squadra che arriva quinta un altro in una che arriva quart’ultima. E poi con Stramaccioni avevamo fatto comunque un buon girone d’andata e a febbraio eravamo salvi». Domizzi, ci racconta il suo rapporto con gli arbitri? «Riconosco che quello di protestare tanto è sempre stato un mio grosso difetto, però era anche un mio modo di riuscire a stare sempre in partita. Negli ultimi anni, tenendomi un po’ a freno, qualcosa ho perso. Però il rapporto è stato buono, la sera con il Carpi alla fine sono venuti tutti ad abbracciarmi». A proposito, cosa le resta di quella serata? «Un po’ me l’aspettavo, ma ho realizzato quello che era accaduto dopo due-tre giorni. Anche con la Juve c’erano 20 mila allo stadio, ma metà tifavano per gli altri. Quella sera erano lì tutti per noi». Dove giocherà nella prossima stagione? «Non lo so, dico che sarà una scelta di pancia, una sfumatura mi spingerà in un posto piuttosto che in un altro». E il post-carriera? «Proverò a fare l’allenatore».
(Fonte: Messaggero Veneto)
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