Pisa-Pordenone, il doppio ex Trevisan: “L’importante è non perderla! E in caso di B per i ramarri…”
mercoledì 18 Maggio 2016 - Ore 14:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Nel Pordenone – il club della sua città – ci ha giocato da giovanissimo (a 17 anni, nel 2001-2002) e con i colori neroverdi ha vinto il campionato di serie D. A Pisa è stato due anni, dal gennaio 2007 a giugno 2009: coi toscani ha vinto proprio i playoff di C1, nel giugno 2007, battendo in finale il Monza. In più, Giorgio Zamuner, consulente di mercato dei ramarri, è stato il suo procuratore sino all’anno scorso. Non c’è miglior giocatore per presentare Pisa-Pordenone di Trevor Trevisan, difensore classe ’83 e portacolori attualmente della Salernitana in B. Il centrale, figlio d’arte (suo papà Angelo ha giocato nel Genoa), dispensa consigli al gruppo di Tedino: «Il fattore campo per il Pisa è determinante: nel loro stadio non bisogna subire gol, o comunque non perdere». Trevisan, l’Arena Garibaldi è proprio una bolgia come la descrivono? «Racconto solo un aneddoto: col Monza, nella finale play-off vinta, c’erano circa 20 mila persone. Dopo la partita hanno dovuto aprire i cancelli per lasciare entrare i tifosi. Prima della gara tra di noi c’eravamo detti: “Oggi si va in B”. C’è un calore infinito. Se il pubblico è dalla tua parte, giochi in 13, neanche in 12». Quel Pisa, allenato da Gianpiero Ventura, giocava un calcio sublime. «Grande squadra e grande gruppo. Salimmo in B spinti da una curva fantastica. Tuttavia il pubblico può essere un’arma a favore ma anche a sfavore: se non “decolli” inizia a creare problemi. Se il Pordenone, per fare un esempio, passa in vantaggio, può succedere di tutto. Ripeto: determinante sarà incassare meno gol possibile, per poi giocarsela al Bottecchia. L’importante è non perdere, ma uscire con una sconfitta per 1-0 può comunque essere visto in modo non del tutto negativo. Poi a Pordenone puoi portare la gara dalla tua». A chi deve stare attento il gruppo di Tedino? «Il Pisa è una squadra fortissima: non bisogna prestarsi troppo agli uno contro uno, perché ci sono molti giocatori in grado di trovare una soluzione da soli. Penso a Mannini, ma io direi di stare attenti a Ciani ed Eusepi: ho giocato assieme a entrambi. Il primo è un centravanti forte fisicamente, Umberto invece è una punta che corre molto e attacca gli spazi. Servirà una grande prova difensiva». Il Pordenone come lo vede? «Bene. Non pensavo arrivasse così in alto però, anche se ero sicuro delle qualità di Zamuner nel costruire la squadra: è molto competente e soprattutto molto attento ai rapporti umani. Dove può arrivare? Ai playoff può succedere di tutto…». E se i “ramarri” salissero in B? Farebbe un pensiero al Pordenone? «Nel calcio non si sa mai. Ma per ora ho in testa solo la Salernitana e l’ultima gara di campionato col Como».
(Fonte: Messaggero Veneto)
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