Udinese-Carpi, Di Natale: “Sono stati 12 anni bellissimi! Continuare a giocare? Non qui…”
lunedì 16 Maggio 2016 - Ore 10:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Ore 22.22, sotto l’arco dei Rizzi finisce un’era. Totò entra per l’ultima volta sul campo del “suo” stadio a segnare il gol numero 191 con l’Udinese: non si sa se vorrà restare un giocatore altrove, magari al soldo di un emiro, o se si trasformerà – come sembra – in un dirigente qui in Friuli, di certo non lo vedremo più con il bianconero addosso. «È stato bellissimo, sono stati 12 anni bellissimi – ha detto uscendo dal campo – ringrazio tutti, la società, la mia famiglia, il pubblico che anche stasera è stato commovente. Continuare a giocare? A Udine no. Io dirigente? Parlerò col presidente». L’Udinese dei miracoli, quella delle due qualificazioni Champions, quella dei tre pass europei consecutivi con Guidolin al timone, l’Udinese di Domizzi e Pasquale, anche loro salutati dalla nostra gente, si è spenta ieri con i riflettori accesi per la sfida con il Carpi, vinta orgogliosamente ma inutilmente dagli emiliani (retrocessi), rovinata irrimediabilmente dall’ennesimo pollo Aia di una batteria di basso profilo, come direbbero i Lo Bello, i Gonnella, gli Agnolin, i Collina: l’arbitro Paolo Silvio Mazzoleni che nel giro di due minuti ha optato per un rigore (dubbio, o per lo meno fiscale) e un’espulsione diretta per proteste a Theraeu. Una doppia decisione che ha portato all’uno-due di Simone Verdi e ha scatenato la protesta della curva Nord, stracolma come gran parte dello stadio (pochi vuoti solo in Sud) e spietata nel chiedere a Pozzo una squadra che sia all’altezza del suo entusiasmo. «Devi spendere, devi spendere». Un invito che poi si è mescolato ai cori di scherno all’indirizzo del già citato Paolo Silvio che si è pentito in modo quasi fanciullesco, dopo l’ingresso di Di Natale (al posto di Bruno Fernandes), quando ha assegnato un rigore a dir poco generoso per un falletto su Widmer per la gioia del Friuli che così, almeno, ha visto segnare per l’ultima volta il suo capitano. Da oggi si deve cominciare a pensare a un’altra Udinese che dovrà essere decisamente più solida, talentuosa e di prospettiva di quella che quest’anno ha faticato a salvarsi. Servirà quella che il paròn Pozzo ha definito «robusta revisione», per questo da oggi il figlio Gino, lo stratega del mercato bianconero, affronterà i colloqui per impostare la nuova squadra. Uno dei primi a presentarsi alla sua porta sarà Gigi De Canio, il tecnico della salvezza (9 punti in altrettante gare) osannato pure lui dal Friuli: le sue quotazioni di conferma sembrano in ribasso, mentre crescono in queste ore quelle di Stefano Pioli, ex condottiero della Lazio che Lotito ha già silurato un paio di mesi fa. La concorrenza della Firoentina (che ha confermato Paulo Sousa) non c’è più, manca solo l’accordo di uscita dalla capitale prima della firma su un biennale bianconero. Sarebbe il primo tassello della nuova Udinese. Non più la squadra di Totò. I Pozzo devono trovare altri eroi per questa maglia.
(Fonte: Messaggero Veneto)
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