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Palermo-Verona, Siligardi: “La B? Abbiamo il dovere di recitare un ruolo da protagonisti. E Toni…”
sabato 14 Maggio 2016 - Ore 12:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
«Mi fa molto piacere ricevere un premio così importante e storico. Sarebbe stato meglio fosse arrivato al termine di un’altra stagione, ma purtroppo è andata così. Non sono mai stato un giocatore falloso, pochi gialli e rarissimi rossi». Luca Siligardi si regala un sorriso in una giornata grigia com’è stata la stagione del Verona.Il premio «Begali» è un riconoscimento al fair play del giocatore e perchè no, anche alla sua ultima parte di stagione. Siligardi da oggetto misterioso o quasi con Mandorlini ad uomo di un certo peso nella vivacità del gioco di Delneri. Tant’è che, contratto alla mano e caratteristiche tecniche, dovrebbe essere uno dei pochi sicuri della riconferma. «È innegabile che mi faccia piacere. Qui sto molto bene, ma purtroppo l’umore è quello che è. Ho avuto troppi contrattempi fisici che mi hanno condizionato l’annata, nel finale di stagione sono stato meglio e sono riuscito ad esprimermi anche su discreti livelli, ma resta davvero il rimpianto per questa stagione disgraziata». Siligardi aveva giocato grandi gare con l’Inter, l’Atalanta ed ovviamente il Milan, dove ha avuto il merito di segnare su punizione il gol vittoria. Siligardi purtroppo però, verrà ricordato anche per quel pallone perso barbinamente davanti alla panchina del Verona in occasione del match col Carpi. Una delle partite della vita, quelle da non sbagliare. D’accordo, Di Gaudio poi non venne fermato dagli altri gialloblù, ma quell’errore pesa ancora. «Lo so, è vero» racconta ancor oggi dispiaciuto l’esterno gialloblù, «non ho chiuso occhio la notte, però si vede che era destino. Nel calcio può capitare di sbagliare. È stata un’annata difficile e piena di episodi negativi, adesso dobbiamo giocare a Palermo come abbiamo fatto con Milan e Juve e quindi chiudere con grande dignità un campionato che ci ha visto soccombere». A premiare Siligardi, oltre a Piergiorgo Begali, anche Osvaldo Bagnoli, che da giocatore aveva un po’ le caratteristiche dell’esterno emiliano. « Lui però è un mancino» esordisce il tecnico del Verona dello scudetto, «e molto bravo. Sono contento che il premio intitolato a Begali sia andato a lui. Ero una discreta ala, magari insieme avremmo potuto convivere benissimo». La palla da una fascia all’altra e magari in mezzo Luca Toni. A dir la verità ormai bisognerà abituarsi a vedere il capitano gialloblù in giacca e cravatta. « Esatto» sorride Siligardi, «spero che resti con noi e dovremmo dargli del lei. Ci scherzavamo l’altro giorno all’interno dello spogliatoio». L’esterno gialloblù guarda avanti, al prossimo campionato di serie B. « Non credo» ci racconta Luca, « che la cadetteria sia cambiata molto. L’ho fatta e solo cosa vuol dire. Quest’anno ho seguito qualche partita . È un torneo tosto con tanto agonismo, ma noi abbiamo il dovere di recitare un ruolo da protagonisti». Luca Siligardi se ne, con il premio « Sante Begali» sotto il braccio. Gente che va, gente che viene nella sala stampa sotto il campo sportivo di Peschiera. Entra Gigi Delneri che va dritto verso Osvaldo Bagnoli. L’incontro è molto cordiale, i due si conoscono da tempo. Il mister di Aquileia scambia due battute con il collega più anziano di quindici anni. «Troppi infortuni» va liscio Delneri, « e poi quando è l’annata storta, caro Osvaldo, non c’è nulla da fare. Abbiamo fatto un discreto numero di punti, ma non è bastato e poi tutto è girato storto». Bagnoli ascolta e ribatte poche cose, fra cui magari l’ostinata ricerca della squadra della punta centrale: « mi sembra fosse stato così prima» l’Osvaldo però precisa subito a Delneri, « quello che ho visto in casa, dove seguo le partite con mia moglie, ma la mia è una visione parziale».
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