Udinese, Pinzi: “Di Natale? Secondo me questo è il momento giusto per ritirarsi…”
giovedì 12 Maggio 2016 - Ore 10:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Potevano chiudere la carriera insieme, ricordando le notti di Champions e l’impresa di Liverpool, i campionati rincorrendo l’Europa e mille ritiri. Invece l’Udinese ha diviso Giampiero Pinzi e Totò Di Natale proprio sul viale del tramonto. Oggi il guerriero del centrocampo ha trovato nuova vita al Chievo, mentre il capitano ha chiuso in panchina la sua epopea bianconera. Ma quando gli parli del capitano, a Pinzi si riapre un mondo. E in vista di domenica regala curiosità, aneddoti, e anche qualche consiglio.
– Pinzi, secondo lei Di Natale fa bene a lasciare quest’anno o avrebbe dovuto smettere già 12 mesi fa?
«Smettere è difficilissimo, basta guardare cosa accade oggi a Francesco Totti. Bisogna cogliere l’attimo giusto, e secondo me è questo. Totò chiuda qui, non riparta».
– Neanche in America?
«Gli consiglio di non andare oltre Oceano. La Mls è un campionato tecnicamente meno valido della serie A, ma si corre moltissimo. E lui si ritroverebbe a parteciparvi a fine carriera. Rischierebbe di non stare al passo nemmeno lì. Prenda in considerazione la carriera da dirigente, è il momento perfetto».
– Insieme avete condiviso otto anni di spogliatoio, cosa ricorda più volentieri?
«Sarebbe facile dire la Champions o la notte di Anfield. Cercherò di essere originale. Voglio ricordare il suo assist del 2011. Giocavamo contro la Lazio all’Olimpico (risultato finale 2-2) e mi regalò una palla cieca, una delle sue, senza neanche guardarmi. Non ho capito come, ma me la sono ritrovata sui piedi e ho fatto gol. È stato l’unico assist che ha fatto a me. Con altri è stato più generoso. Della persona ricordo la sua grande generosità, nel quadro di un carattere introverso che andava capito».
– Visto il carattere, secondo lei quanto ha sofferto quest’anno?
«Immensamente, ma forse si sarebbe dovuto adattare al ruolo del subentrato. Venti minuti di qualità, a mettere in crisi tutte le altre difese».
– È stato il più grande con cui ha giocato? «Tecnicamente sì, due spanne sopra. Un killer d’area. L’Udinese potrà sostituirlo solo con uno zoccolo di giocatori italiani a comandare lo spogliatoio. Al Chievo funziona così e i risultati si vedono. Prima, però, Totò merita una grande festa».
– L’Udinese così in basso l’ha sorpresa?
«Sì e mi ha fatto male, soprattutto per i tifosi. Sono stati commessi molti errori, ma la dirigenza è brava e non li ripeterà di certo».
– Alla curva nord lei manca molto. Rimpiange la scelta di aver lasciato Udine?
«Sono stato messo ai margini e per me è stata dura. Udine era ed è casa mia. Volevo finire la mia carriera in Friuli, magari proprio con Totò. Per fortuna però ho ritrovato a Verona un ambiente ideale. E ora non smetto».
(Fonte: Gazzettino, edizione di Udine)
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