Chievo, Campedelli: “Se remiamo tutti dalla stessa parte poche cose possono farci paura. E Maran…”
giovedì 12 Maggio 2016 - Ore 11:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Mattone dopo mattone Luca Campedelli sta disegnando un altro Chievo. Il cambio di filosofia è evidente. Basta coi giocatori usa e getta, quelli che arrivano e se ne vanno in un attimo. «Prima cambiavamo un po’ troppo, da tre anni abbiamo deciso di dare continuità alla squadra in cui crediamo», il punto fermo di Campedelli, sottolineato ieri a Veronello al momento di annunciare i rinnovi di Radovanovic e di Seculin, insieme a quelli già archiviati di Dainelli e Gamberini e quelli imminenti dei vari Inglese, Meggiorini, Sardo e Pepe. Anche tanti altri hanno accordi a lunga scadenza. E Maran probabilmente rimarrà. «Vedremo il 16 maggio, non prima, per parlare con Maran mi basta bussare alla sua porta. Non ho bisogno di prendere un appuntamento», taglia corto il presidente, forte di una reciproca e fortissima stima così come di un contratto di altri due anni col suo vecchio capitano. A Veronello si vedranno a lungo le stesse facce o quasi. Il ricambio ci deve essere ma le rivoluzioni non fanno più parte del mondo del Chievo. Tanto che Campedelli s’è lasciato andare a un paragone forte: «Questo sta diventando il gruppo più fidelizzato di tutti, oltre a quello storico della prima promozione. Quello di oggi ha dentro più di tutti l’anima del Chievo, mettiamola così. Non possiamo prescindere da persone che capiscano cosa voglia dire esattamente questa società. Giocatori che vanno via dopo un anno non possono comprenderlo. Di anni ce ne vogliono almeno due o tre». Da qui la scelta di contratti a lunga gittata e di rinnovi solo apparentemente forzati. Tutto ha una logica nel nuovo modo di agire del Chievo. «Nessuno si aspetta niente da noi», spiega Campedelli, «ma bene o male tutti ci guardano. Ad inizio campionato sei sempre la prima candidata a retrocedere, l’unica maniera che abbiamo per sopperire a certe carenze economiche è fare affidamento su un blocco unico. Se remiamo tutti dalla stessa parte poche cose possono farci paura».MERCATO RELATIVO. Campedelli guarda in faccia la Serie A dal 2001 ma nemmeno questo basta per sentirsi al sicuro. «Chiaro, cerchiamo la maggior continuità possibile ben sapendo però che finita la stagione tutto si azzererà di nuovo», la premessa del presidente, fedele a uno spartito che non sarà mai diverso. Pare già fatto il Chievo, per l’anno prossimo e per quello successivo. «Faremo poco mercato perché siamo già a posto? Meglio, risparmieremo qualche soldo», la mezza battuta di Campedelli vicino a Radovanovic e Seculin, che magari diventeranno un giorno quelli che sono oggi Dainelli e Gamberini o i D’Angelo e i D’Anna che di Veronello sono ormai leggende. «L’obiettivo del Chievo è e sarà sempre la salvezza. Meglio se qualche anno, come questo, ci troveremo nella parte sinistra della classifica. Non perderemo però le nostre caratteristiche, come quella di soffrire fino all’ultima giornata. Adesso siamo matematicamente decimi, speriamo di arrivare noni ma questo non vuol dire che debba accadere sempre. Ripeto, noi siamo fatti per soffrire», il concetto da provinciale purissima mai rinnegato da Campedelli semplicemente perché la vera forza del Chievo è sempre stata quella del sudore e del sacrificio estremo.TUTTO CONGELATO. Due posti alla destra di Campedelli c’è Seculin, diviso fra la voglia di prendersi la maglia numero uno e l’equilibrio di cui c’è bisogno in momenti così, quando una carriera sta per decollare ma tutto è ancora in discussione. «A me hanno insegnato che i portieri rispetto agli altri giocatori indossano magliette diverse ed usano le mani. Per i giudizi ci sono il preparatore e l’allenatore, da parte della società non ci sono vincoli d’età», la linea di Campedelli, che al primo anno di Serie A, nel 2001, si affidò a Cristiano Lupatelli che adesso ha un anno in meno di Bizzarri, l’ultimo di una lunga serie di portieri oltre i trenta e pure di parecchio. In ballo c’è anche Stefano Sorrentino, uno che a Veronello tornerebbe come ha spesso lasciato intendere. Campedelli gioca d’anticipo: «Non è giusto parlare di Sorrentino che si sta giocando la salvezza col Palermo, fino a domenica sera io penserò solo ai miei calciatori», precisa. «Degli altri comincerò eventualmente a parlare solo da martedì prossimo, non prima».
(Fonte: L’Arena)
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