Chievo, Nember: “Il futuro di giocatori e Maran? Al momento sono tesserati con noi, ma…”
mercoledì 4 Maggio 2016 - Ore 12:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Non s’è sbilanciato, ma non è neppure rimasto in trincea. Dura per un direttore sportivo reggere in difesa per quasi due ore in diretta tv a fine campionato, quando il mercato comincia ad alimentarsi ad alta velocità. Luca Nember qualche apertura l’ha concessa a TeleArena, nella serata di «Lunedì nel Pallone», pur conservando l’atteggiamento ermetico di chi come lui deve soprattutto guardare alla realtà. Spunta subito la «questione Maran». E Nember non scappa: «Quando lavori bene è meglio sentirla qualche voce positiva, anche sui giocatori. In questo momento sono tutti tesserati con noi, allenatore compreso. Siamo in A da 15 anni, chi fa le cose in un certo modo prima di tutto esige rispetto. Delle chiacchiere ci sono, ma ci sono anche da parte nostra progetti iniziati e rapporti instaurati nel tempo. Di concreto per ora c’è molto poco». Maran ha altri due anni di contratto ma anche tanti occhi addosso. Quelli della Fiorentina in primis, ma non solo. Nember mantiene i piedi per terra: «Quando è stato preso Maran era fermo, dopo l’esonero di Catania. I risultati sono andati al di là delle nostre aspettative, partiti dall’onda lunga della passata stagione». IPOTESI E SCENARI. Naturale spingersi anche oltre Maran, valutare tutto e soppesare certi profili. Il mercato ha spedito verso Veronello quelli di Andrea Camplone, nome nuovo al lavoro a Bari, ma anche Davide Nicola che Nember conosce dai tempi di Lumezzane per arrivare fino a Marco Giampaolo, che dovrebbe lasciare Empoli e che al Chievo è sempre piaciuto. L’identikit è presto fatto: «Chi deve guidare il Chievo deve aver chiaro l’ambiente in cui viene a lavorare, dove la relativa pressione a volte è un vantaggio ed uno svantaggio invece in altri momenti. L’allenatore da Chievo deve avere, nella mia testa, delle caratteristiche ben precise rispetto ad altri contesti. Chiaro che certe situazioni le teniamo aggiornate, può sempre capitare qualcosa. Mi chiedete un po’ troppo però se volete sapere un nome». Viene spontaneo dire Michele Marcolini, in studio proprio a fianco a Nember che lo lanciò a Lumezzane. «Visto il precedente di Maran il prossimo potrebbe essere uno che ha già conosciuto il Chievo. Un ambiente per certi versi strano, proprio per questo chi ci ha giocato può capirlo meglio di altri».OLTRE LA SERIE A. Il tasto dell’Europa League è sempre attuale, il Chievo quest’anno non l’ha mai nemmeno sfiorata ma non c’è nemmeno andato lontano, a sei punti dal Sassuolo sesto. Il ragionamento di Nember non fa una grinza: «Dopo gli ultimi anni con una certa sofferenza l’obiettivo è diventato quello di salvarsi il prima possibile. Ci siamo riusciti la passata stagione e adesso. Attenzione però, cercare di fare meglio non è un delitto. A patto di conservare la nostra identità. Il Chievo può anche ambire all’Europa League, adesso la classifica è reale. Decimi ci siamo, ma qualche partita l’abbiamo sbagliata anche noi. Chi è davanti evidentemente ha fatto meglio del Chievo».SENZA IL DERBY. Ad agosto Verona avrà solo il Chievo in Serie A. Senza l’Hellas e un derby che in Italia hanno adesso solo Roma, Milano, Torino e Genova. Un tassello mancante ad un tessuto che nelle ultime due stagioni s’era abituato parecchio bene. «Quando entri in un tunnel – premette Nember – diventa difficile uscirne e quando ci provi è troppo tardi. Dispiace da un punto di vista professionale, per Verona avere il derby è un vanto. E lo dico da non veronese. È vero che un epilogo del genere non lo auguri a nessuno, ma a qualcuno devi pur augurarlo. Altrimenti retrocedi tu». Col Verona quasi in B c’è il Frosinone. «La terza? Per me si salva il Carpi», chiude Nember, l’uomo cresciuto nei dilettati adesso motore di una delle prime dieci società d’Italia.
(Fonte: L’Arena)
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