Roma-Chievo, Hetemaj: “Il futuro? Rimango, come sempre”
martedì 3 Maggio 2016 - Ore 11:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Uno più importante di lui al Chievo non c’è. Lo dicono i numeri. Perparim Hetemaj ha giocato da titolare 110 partite delle 123 in cui è stato a disposizione negli ultimi quattro campionati. Punto fermo per Di Carlo, Sannino, Corini e Maran. Si vede poco ma c’è sempre. Quest’anno è partito dalla panchina con Genoa e Napoli ma solo perché era appena rientrato dopo un mese di infortunio. Altrimenti avrebbe giocato anche quelle due. Solo col Sassuolo, nella passata stagione, non è andato fra i primi undici. Duro e silenzioso, col passare del tempo anche con piedi più dolci. Collezionista di buone pagelle, col pezzo raro del gol alla Juve all’andata, l’unico da quando è al Chievo. Gli altri due, ai tempi del Brescia, guardacaso a Roma e Bologna, proprio le squadre che chiuderanno l’annata del Chievo. Due gol e due vittorie, en plein contro Ranieri e Malesani.A VERONELLO A VITA. Maran o chiunque sia il prossimo allenatore del Chievo sanno già di avere in casa fino al 2018 un patrimonio autentico. Contratto lungo, nessuno lo schioderà da Veronello. «Ogni anno tutti mi chiedono che farò, ogni volta si sentono un sacco di voci ma alla fine sono sempre rimasto. E sarà così anche stavolta», il primo pensiero di Hetemaj, prodotto molto più grezzo quando il Chievo andò a prendersi, nel 2011, la prima metà del suo cartellino dal Brescia di Iachini e Beretta che retrocesse in Serie B con Eder, Zebina e Diamanti appena tornato dal West Ham. Con la Fiorentina è stato tra i più bravi, chilometri senza fine al servizio del collettivo. «Lui è così, geneticamente predisposto a correre», lo slogan di Roberto De Bellis, preparatore atletico del Chievo, lanciato al volo sabato sera passando alle spalle di Hetemaj mentre la Fiorentina era ancora negli spogliatoi del Bentegodi a chiedersi perché avesse sofferto così tanto. SENZA PAURA. Nell’estate del 2011, quando Hetemaj firmò per il Chievo, il calcio di Serie A era molto diverso. La Juventus aveva chiuso il campionato settima a 24 punti dal Milan campione d’Italia con Allegri, col Brescia in Serie B scese anche la Samp. Maran terminò dodicesimo il suo secondo anno a Vicenza, poi trascorse un’estate da disoccupato prima di sostituire ad ottobre Benny Carbone a Varese, dove perse la Serie A in finale con la Doria proprio di Iachini che a Brescia l’anno prima aveva dato ad Hetemaj carta bianca, ripagata da 28 presenze da titolare sulle 30 totali. Facile per il Chievo intuire l’affare ma lui è andato ben presto oltre ogni attesa. Indispensabile per tutti, anche per il calcio bello ed essenziale di Maran. Quello visto pure con la Viola, nell’ennesimo esame della stagione. Superato con lode. «Abbiamo cercato fino alla fine di vincere nonostante davanti avessimo una squadra di grande valore. Bravini nel primo tempo, bravi nel secondo quando davvero ne avevamo più di loro», il riassunto di Hetemaj sulla battaglia di sabato, che il Chievo magari avrebbe vinto se solo fosse durata altri dieci minuti.L’ITALIA E BAGGIO. Persino tenero Hetemaj quando il sorriso si allarga perché il prossimo 6 giugno la sua presenza numero 40 con la Nazionale di Finlandia sarà proprio al Bentegodi, nella sua casa. Così Hetemaj sabato, per un attimo, è tornato bambino, quando di anni non ne aveva ancora nemmeno otto, appena entrato nelle giovanili dell’Helsingin Jalkapalloklubi, ad Helsinki: «Affrontare l’Italia è un mio sogno fin dal 1994, il primo Mondiale che ho visto. Guardavo le partite con mio padre, lui tifava per l’Italia e per Roberto Baggio. Così l’Italia è stata anche per me la mia prima nazionale, anche se dentro mi sono sempre sentito albanese e finlandese». Prima dell’Italia ci sono però Roma, Bologna e qualche giorno di vacanza. Soprattutto all’Olimpico, domenica all’ora di pranzo, ci sarà poco da scherzare. Hetemaj continua a correre: «Vogliamo proseguire la nostra corsa, fare più punti possibili anche se sappiamo che non avremo esattamente un compito facile. La Roma è fortissima, conosciamo bene le difficoltà della partita ma non partiamo battuti in partenza. Tante volte il Chievo ha dimostrato di potersela giocare con tutti. Sarà così anche con la Roma».
(Fonte: L’Arena)
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