Verona, Zambrotta: “Toni? Gli auguro di continuare per altri anni. E il Chievo merita…”
lunedì 2 Maggio 2016 - Ore 11:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Leggenda vivente. Gianluca Zambrotta è più giovane di tre mesi di Luca Toni, scarpe appese al chiodo ormai da un bel po’ al contrario dell’amico che invece continua a battagliare in campo al di là dell’età. «Gli auguro possa proseguire per altri anni, se sta ancora giocando vuol dire che il fisico regge», l’elisir di lunga vita servito da Zambrotta, dopo mille partite insieme con la Nazionale ed il titolo mondiale del 2006. Il tempo si ferma per certi campioni. Così pare per Totti, così è stato a lungo per Di Natale, così è stato a lungo per Toni. Così suggerisce anche la Serie A, senza successori davvero all’altezza ed un livello tecnico in continuo e preoccupante calo.«Stiamo parlando di uno che ha sempre fatto gol, anche negli ultimi anni. Ha fatto bene Toni a continuare, a non smettere. Se la sentiva evidentemente di andare avanti. Ognuno deve decidere cosa fare della propria vita. E poi il vizio del gol non si perde mai. La regola vale anche per Toni naturalmente», ha assicurato Zambrotta fra un autografo e una foto ricordo a Sport Expo.In mezzo alle quattro coppe del mondo portate a casa dall’Italia nella sua storia, compresa quella di dieci anni fa alzata al cielo di Berlino dopo aver i tre scudetti con la Juventus, le tre supercoppe italiane e la supercoppa di Spagna conquistata col Barcellona di Rijkaard dei vari Puyol, Eto’o e ovviamente Leo Messi, tutto condito da 98 presenze con la maglia azzurra fra il 1999 ed il 2010. La prima con la Norvegia, l’ultima con la Serbia. Terzino destro e sinistro, per lui non faceva differenza. Uno che ha viaggiato sempre al massimo della velocità, nato nel sempre florido settore giovanile del Como prima di diventare uno dei migliori del pianeta nel suo ruolo.La fortuna di ogni allenatore, anche in Spagna dove divenne preda troppo appetibile per il Barcellona soprattutto dopo la retrocessione della Juve per Calciopoli e la volontà di Zambrotta di non scendere in Serie B. Eclettico come pochi, bravo anche nel frenare quando, a 37 anni, ha detto basta. La carriera l’ha chiusa in Svizzera, al Chiasso che ha anche allenato senza troppa fortuna prima delle classiche comparsate da opinionista televisivo e la partecipazione ad un reality. Il ritratto del Verona è presto fatto, per un uomo di sport come Zambrotta certi concetti sono facili da capire.Anche partendo da lontano: «Difficile all’inizio del campionato pensare alle squadre che avrebbero lottato per non retrocedere e agli obiettivi di tutte. Non so per quale motivo il Verona sia retrocesso, non sono certo io a dover dire quali errori siano stati commessi. Di certo annate storte possono capitare. Sono sicuro che il Verona, l’anno prossimo, ripartirà alla grande».Dall’Hellas al Chievo il passo è breve. Altra musica, la classifica d’altronde è lì a testimoniarlo. Un esempio per tutti. «Il Chievo è sempre stato una realtà importante, ha sempre lavorato bene e raggiunto di conseguenza ottimi risultati. Merita di aver raggiunto questi traguardi, come conferma anche il rendimento di questo campionato».
(Fonte: L’Arena)
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