Chievo, Faccioli: “Finendo ottavi il risultato tecnico si combinerebbe con quello finanziario…”
venerdì 29 Aprile 2016 - Ore 12:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Tutto parte dalla base. Non c’è calcio senza bilanci in ordine. Altrimenti non sarebbe neppure il Chievo. Luca Faccioli, direttore affari generali e braccio destro di Luca Campedelli, l’ha capito appena ha varcata la soglia della sede di via Galvani. «La prima regola che ho trovato? Sicuramente quella di far quadrare i conti», riconosce. «Essere concreti e pragmatici, punti fermi che il nostro presidente ha saputo trasmetterci in maniera molto positiva», racconta ancora Faccioli, uno di quelli che la classifica di Serie A la osserva in maniera diversa da tanti altri. I DIRITTI TV. Secondo il criterio meritocratico della nuova ripartizione dei diritti televisivi l’ottavo posto vale 4 milioni e trecentomila euro contro i 3 e centomila del nono e decimo. Più netto lo stacco successivo, con un milione appena per chi terminerà il campionato dall’undicesimo al diciassettesimo posto. Un plusvalore che permetterebbe al Chievo di immagazzinare un’addizione preziosissima per il futuro. «Ovviamente finire ottavi sarebbe un traguardo fantastico per la società, chiaro che il risultato tecnico si combinerebbe con quello finanziario. Siamo lì, cercheremo fino alla fine di raggiungere l’obiettivo. La squadra si è espressa per tutto il campionato sopra le righe, la gestione tecnica è stata ottimale».PRIMI E CON MARAN. Il Chievo è la società che più di tutte, fra le venti di Serie A, ottimizza le proprie risorse, ottava in classifica ma diciottesima per valore della rosa secondo Transfermarkt. Nessuno ha fatto meglio quest’anno. Altro punto a favore del diesse Luca Nember, bravissimo a cogliere le occasioni giuste e ad anticipare la concorrenza, parametri basilari per spendere il necessario ed incamerare buoni giocatori. Il Chievo ha in casa plusvalenze certe attraverso la crescita di Nicola Rigoni e Roberto Inglese.Ha poi blindato un attaccante di livello assoluto come Meggiorini preso a parametro zero, ha molti profili sopra i trent’anni che il mercato quasi ignora per una questione di carta d’identità ma che il campo sta valutando molto diversamente. Basti pensare all’eccellente rendimento dei vari Frey, Gamberini, Cesar, Gobbi, Dainelli e Pellissier. Tutte colonne portanti anche dello spogliatoio, con quei valori forti che al Chievo sono sempre stati sacri. Tutto ruota ora anche attorno a Rolando Maran, con due anni di contratto ancora ma anche uno degli allenatori più bravi e appetiti della Serie A. Netto Faccioli: «Maran fa parte della società, è tesserato con noi. Che sarà di Maran è una domanda nemmeno da porre». Chiaro. IL PESO DELLE PLUSVALENZE. Il mercato non è così distante, le strategie prossime future presto saranno sul tavolo. Il Chievo ha spalle coperte, con un organico forte e giocatori di proprietà. L’ago resta quello delle plusvalenze, anche se non più tardi di tre mesi fa la società ha chiuso uno straordinario affare con la cessione di Paloschi allo Swansea. Faccioli tiene aperto ogni scenario, la plusvalenza non è una conditio sine qua non. «Si può fare ma se ne può fare anche a meno, sicuramente realizzarne una vorrebbe dire avere un valore aggiunto com’è la valorizzazione di un giocatore», confessa. «Anche se il massimo sarebbe una plusvalenza con un ragazzo che arriva dal settore giovanile. È ancora tutto prematuro però, prima della fine del campionato mancano ancora tre partite. In ogni caso il nostro direttore sportivo ha la piena gestione delle cose. Affronteremo con la massima serenità tutte le fasi del mercato, con valutazioni attente e accurate».IL VALORE DEGLI IMPIANTI. Il campo e il mercato viaggiano in parallelo con tutto il resto. «Il presidente e la famiglia Campedelli hanno dimostrato in questi anni di aver dato solidità al Chievo costruendo una vera e propria azienda, fatta non solo di giocatori ma anche di strutture, di impianti, di organizzazione», precisa. «Non è soltanto l’aspetto tecnico a contare anche se è quello predominante che poi fa risaltare tutto quel che gira attorno. La società si sta sempre più costruendo, assicurandosi quelle strutture che tutti dovrebbero avere». Una mezza mosca bianca il Chievo, in un calcio italiano che certo ha vissuto momenti migliori. «Il momento è delicato come tutte le aziende», avverte al proposito ancora Faccioli. «Dopo una crisi generale che ha finito per ripercuotersi in tutti i settori. Di certo il fatto che il Chievo venga gestito in maniera speculare e pragmatica aiuta. E aiuta molto».
(Fonte: L’Arena)
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