Chievo-Carpi, il ritorno di Gamberini: “Il mio futuro? Qua oggi, domani e dopodomani!”
venerdì 8 Aprile 2016 - Ore 11:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Il valore di Alessandro Gamberini s’è respirato ovunque a Veronello, anche se per tre mesi Maran ha dovuto dirigersi altrove per sistemare una delle migliori difese della Serie A. Era il 6 gennaio, verso la fine del primo tempo della partita con la Roma al Bentegodi, quando il flessore della gamba sinistra è andato per conto suo. Bel problema, con la società costretta a prendere Spolli e dover andare avanti senza uno dei suoi pezzi da novanta. Invece era tutto sotto controllo. Perché Gamberini ha lasciato il Chievo al dodicesimo posto e lo ritrova nono, con 13 punti sulla terzultima contro gli otto in più di inizio anno. Il momento è straordinario, l’aria frizzante, il gruppo più forte di tutto e tutti. Il Chievo in fondo per quasi un terzo di campionato ha fatto a meno di uno passato dalla Nazionale e con 343 partite di Serie A alle spalle. Uno di quelli che ti dà tanto anche se in campo non ci va. Perché i grandi giocatori sono fatti così. «È difficile digerire il fatto di restare lontano più che altro dal gruppo, che poi è la parte bella di questa squadra e di questo ambiente. C’è piacere vero nel passare del tempo insieme. Star fuori è dura, l’infortunio era più serio di quanto non si pensasse all’inizio ma tutto sommato ho recuperato bene, forse anche un po’ prima rispetto a quanto ci aspettassimo. Sono pronto, ormai sto bene».Gli dei del calcio si sono divertiti con voi difensori. Recupera Gamberini e si fa male Dainelli…«Un grande dispiacere, Dario è un amico oltre ad essere un giocatore importante per noi. Con lui mi sento praticamente sempre. L’episodio negativo, però, se l’è già messo alle spalle, l’operazione è andata bene, è già a casa e non vede l’ora di cominciare l’iter di terapie. Sono sicuro che brucerà le tappe e sarà pronto per il ritiro».Un voto alla stagione del Chievo?«Mi piacerebbe darlo alla fine il voto, purtroppo siamo arrivati solo a tre quarti di stagione. L’anno scolastico non è ancora finito, ci mancano gli ultimi esami che sul voto però incideranno molto. Finora abbiamo fatto qualcosa di straordinario, neanche il più ottimista dei tifosi prima dell’inizio del campionato l’avrebbe pronosticato. Il primo obiettivo l’abbiamo raggiunto, le ultime partite ci daranno un voto in più o in meno rispetto a quella che è stata comunque una grandissima annata».Restando in un’ipotetica classe, chi è il più secchione del Chievo?«Non ce n’è uno solo, ce ne sono davvero tantissimi. Penso a Gennaro Sardo, io, Roberto Inglese, Massimo Gobbi, Pinzi ma sarebbero da nominare tutti. Prima dell’allenamento noi siamo già in palestra. Chi per fare attività preventiva, chi per allenare la parte superiore del corpo, chi per esercizi vari. È veramente un piacere».Perché l’Italia parla dell’Empoli-sorpresa, del Sassuolo-sorpresa e meno del Chievo?«L’ho notato anch’io, ma non so dare una motivazione. Vedo che a quel che abbiamo fatto finora è stato dato comunque poco risalto. Anzi, ho notato più accanimento nei pochi momenti negativi durante l’anno che elogi per il 99 per cento del lavoro fatto fino a questo punto del nostro campionato».Ci pensa all’ottavo posto?«Sono scaramantico, non voglio portare gufate inutili, ma il fatto che siamo lì in classifica ci riempie d’orgoglio. Adesso siamo ad un punto dalla Lazio, squadra sulla carta molto più forte di noi, ma abbiamo un calendario alla nostra portata. Molto dipenderà da noi».Il futuro di Gamberini in quale direzione va?«Qua oggi, qua domani, qua dopodomani. Qui ho trovato una realtà che mi ha dato tanto, mi sono tolto diverse soddisfazioni e mi sono divertito molto. L’infortunio fa parte del gioco, ma aiuta a fortificare il carattere. Non è stato il primo, non sarà l’ultimo. La città mi ha colpito, la gente anche, l’ambiente è familiare. Tutto è perfetto. Ci sono molte possibilità che io rimanga. Mi piace tutto del Chievo e di Verona».
(Fonte: L’Arena)
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