Caos Treviso, di male in peggio. Vissoli: “Ancora due giorni, e poi ce ne andremo”
mercoledì 23 Novembre 2016 - Ore 10:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
E’ il giorno del giudizio, per il calcio a Treviso. Doveva essere quello della ratifica del passaggio di testimone, dalla gestione Nardin alla nuova cordata dei ferraresi. E invece potrebbe anche essere il capolinea di una storia secolare, se oggi i nuovi potenziali proprietari decideranno di ritirarsi dall’acquisizione. E se troveranno conferma la voci che vogliono la Finanza già in attività, per vederci chiaro fino in fondo in questo passaggio. Ieri mattina, si erano diffuse persino voci di perquisizioni e controlli, negli uffici dell’azienda di Nardin che ha sede a Silea, e di acquisizione di atti da parte di investigatori. Che però non hanno trovato conferma nella lunghissimi giornata di ieri, culminata nella rivolta dei giocatori, che si sono sfilati , non solo idealmente, la maglia. La stagione con il Treviso di Nardin, per loro, finisce qui. In questo caso, Nardin – che pure aveva firmato l’impegno alla dimissioni, e una sorta di preliminare alla cessione della società alla cordata ferrarese capeggiata dall’avvocato Massimiliano Vissoli – resterebbe in mezzo al guado, al timone di una società assai esposta sotto il profilo finanziario, con una fila di creditori che attendono spettanze, arretrati, saldi. Giocatori in primis, collaboratori, fornitori, alberghi e ristoranti, Siae. Ma Nardin insiste: parla di «presunto gruppo ferrarese», accusa Vissoli & Co. di «non aver fatto seguire fatti concreti alle parole», ricorda a Vissoli e Corvezzo «i loro impegni verbali , negli spogliatoi, a pagare i giocatori». Ora il presidente uscente ma non uscito è senza giocatori, che senza i pagamenti degli arretrati sono da ieri sull’Aventino. Non sono esclusi scenari giudiziari, non più solo sportivi e tecnici. In pochi giorni, la situazione si è infiammata, quando pure c’era stata la presentazione della nuova proprietà in comune, dopo la firma del preliminare.
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Nardin ci ha ripensato, adesso, sulla cessione, dopo aver firmato il preliminare? Le scintille di domenica con i giocatori lo hanno indotto ad assumere un’altra linea? Ma è certo che senza l’accesso ai libri contabili, e senza la garanzia di non ereditare i debiti extracalcistici di Nardin, Vissoli & Co. saluteranno Treviso, lo stadio Tenni, la torre civica, il municipio. Tutti confidano nella fumata bianca, che peraltro consentirà anche di vedere fino in fondo le carte e gli atout di Vissoli & Co. E in caso contrario? Nardin giocherà da solo la sua partita, ben prima della sua (ex) squadra, nel frattempo scesa: come cantava Mina, «non gioca più». E se «ne va», stanca di promesse non mantenute.
(Fonte: Tribuna di Treviso. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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Un antico ma sempre valido detto, recita ogni bel ballo stanca e Massimiliano Vissoli, avvocato di Ferrara e presidente del calcio Treviso lo conosce bene. «Credo che Massimo Moratti abbia impiegato meno tempo a cedere l’Inter rispetto a quanto ha impiegato Nardin per il Treviso». Dice? «Senza dubbio. Ma non è un merito o un vanto di nessuno solo che la contabilità della società nerazzurra, pur avendo un fatturato leggermente diverso e molti zeri in più, era più ordinata e chiara da leggere mentre quella dell’imprenditore di Silea invece ci sembra una caccia al tesoro». Cosa chiedete? «Ormai non chiediamo più niente. Lui sa quali sono i termini della trattativa, ne avevamo parlato venerdì scorso a Ferrara nel mio studio e avevamo trovato l’intesa poi, il giorno successivo, avrebbe dovuto mandarmi il contratto definitivo invece ne é arrivato uno dai contenuti completamente diversi rispetto a quelli intercorsi». Cosa vorrebbe dire a Nardin? «Che adesso il tempo delle chiacchiere è finito e si deve passare ai fatti». Vi siete dati delle scadenze? «Due giorni dopo di che saluteremo e ce ne andremo».
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Se fosse al posto di Nardin come si comporterebbe? «Non serve una mente eccelsa per capire alcune cose che sono di fondamentale importanza». Prego?
«Se la città non mi vuole, i tifosi neppure, la squadra si è voltata contro e la lista di aziende che avanzano soldi è sempre più lunga, che cosa rimarrei a fare? Approfitterei di una buona richiesta per limitare i danni e dedicarmi alla mia azienda ma vedo che Nardin fa fatica a capire la grande occasione che ha».
(Fonte: Gazzettino. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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