Non sono uno che si aggrappa a una convocazione: ho sempre dato tutto, ma non resto dove non sono più voluto davvero ed è chiaro che non faccio parte del progetto del ct. Questa è la mia decisione, e come ho detto stamattina al ct, non è definitiva né dettata dalla rabbia, né tanto meno dalla “depressione” per una finale Champions persa, ma solo da un bisogno di fare un passo indietro.

Auguro il meglio alla Nazionale e come ai miei compagni: continuerò a tifare per loro con lo stesso attaccamento che ho sempre dimostrato in campo”

La prima frazione si chiude a reti inviolate, ma non mancano le emozioni: Il Bologna si fa subito pericoloso con Castro e Ferguson, mentre il Milan spreca un’enorme doppia occasione con Jovic e Jimenez, fermati da uno strepitoso Skorupski. Le due squadre si affrontano a viso aperto, ma mancano di precisione nell’ultimo passaggio. La difesa felsinea regge bene, con Beukema e Lucumi a contenere Leao e Pulisic. Poco prima del riposo, un duro scontro tra Leao e Ferguson lascia il capitano rossoblù insanguinato, ma il centrocampista stringe i denti e resta in campo. Il momento chiave arriva al 54’: Fabbian serve una palla in area, Orsolini fa velo e Ndoye è il più rapido a intervenire. Lo svizzero si costruisce lo spazio per il tiro e fulmina Maignan, facendo esplodere di gioia i trentamila tifosi bolognesi accorsi a Roma. Il VAR conferma la regolarità dell’azione: 0-1 Bologna. Da quel momento in poi, la squadra di Vincenzo Italiano si chiude con ordine e lucidità. Il Milan si riversa in avanti, ma lo fa in modo confuso, senza mai trovare reali sbocchi. Gimenez, Joao Felix e Abraham non cambiano l’inerzia di una squadra lenta e prevedibile. Skorupski si fa trovare pronto nelle poche occasioni in cui viene chiamato in causa, mentre Beukema, colpito alla testa da un compagno, stringe i denti e gioca gli ultimi minuti con un vistoso turbante. Dopo sei minuti di recupero, l’arbitro Mariani fischia la fine. Il Bologna può esultare: è campione della Coppa Italia 2024/25. Un trionfo storico, figlio di una programmazione attenta, di un gruppo compatto e del lavoro impeccabile di Italiano. L’immagine di capitan Ferguson che alza il trofeo, nonostante il volto segnato da ferite e fatica, è il simbolo perfetto di questa impresa. Per il Milan, invece, è una serata da dimenticare. La delusione è cocente, non solo per il risultato ma per l’incapacità di reagire a uno svantaggio che sembrava gestibile. Conceicao dovrà riflettere su una stagione conclusa senza titoli, e con più dubbi che certezze.

LA PARTITA Del Duca parte in quintetto con Caspaieri in porta, Josep, Genovali, Fazzini e Remedi e l’Italia dopo neanche un minuto dall’inizio è Tommaso Fazzini a sbloccare l’incontro con un mancino vincente che termina alle spalle di Al Owaisi. È il miglior modo di approcciare la partita: gli Azzurri gestiscono il ritmo e al 5’ raddoppiano con la spizzata di testa di Zurlo, perfettamente servito all’altezza del palo da Casapieri. L’Oman prova a salire di giri e a 3’ dal primo intervallo trova la rete del 2-1 con una ripartenza ben finalizzata da Al Bulushi. Il gol mina un po’ delle sicurezze dell’Italia, che un minuto più tardi incassa il pareggio dell’Oman realizzato da Al Muraiki. Subito dopo è Alla, sulla corta ribattuta di Al Owaisi seguita alla rovesciata di Zurlo, a non concretizzare l’occasione del nuovo vantaggio.

LA RIPRESA Nella seconda frazione Gean Pietro, subentrato al posto di Casapieri, ci prova con un gran tiro dalla distanza deviato in angolo da un miracolo di Al Owaisi. A cavallo fra 4’ e 5’ minuto accade un qualcosa di sorprendente: prima Remedi e 60’’ più tardi Bertacca sbagliano due calci di rigore, il primo calciando sulla traversa, il secondo facendosi ipnotizzare da Al Farsi. Ma è proprio Bertacca, con la sua energia, a riportare in vantaggio l’Italia subito dopo aver sbagliato il penalty: azione di prepotenza di ‘Hulk’ e destro all’angolino che vale il 3-2. Ritrovato il vantaggio, gli Azzurri tornano a +2 al 7’: è una punizione di Genovali a volare dritta per dritta sotto la traversa per il 4-2. A 20’’ dall’ultimo intervallo, però, gli omaniti si rifanno sotto segnando in maniera clamorosa direttamente da calcio d’angolo con Musallam Al Araimi.

fonte Figc

Un’Italia a due facce quella vista a Monaco di Baviera: il primo tempo è un dominio tedesco, con la squadra di Nagelsmann che passa in vantaggio grazie a un rigore trasformato da Kimmich al 30’. Poco dopo, un’ingenuità difensiva degli Azzurri regala il raddoppio alla Germania con Musiala, rapido a sfruttare una battuta veloce di Kimmich su calcio piazzato. Il tris arriva in pieno recupero con Kleidienst, che di testa batte Donnarumma e manda la Germania negli spogliatoi con un netto 3-0.

Nella ripresa, però, l’Italia cambia marcia. Al 49’ Kean sfrutta un errore difensivo tedesco e accorcia le distanze. Lo stesso attaccante della Fiorentina si ripete al 70’, finalizzando un’azione personale di Raspadori e riaprendo la partita. Gli Azzurri sfiorano l’impresa quando, al 73’, Marciniak concede un rigore per un intervento di Schlotterbeck su Di Lorenzo. Tuttavia, dopo un check al VAR, l’arbitro polacco cambia decisione e annulla il penalty, scatenando le proteste italiane.

Nel finale, la squadra di Spalletti tenta l’assalto con l’ingresso di Lucca e Zaccagni, ma la difesa tedesca resiste e il risultato fino al 94’ quando gli azzurri ottengono un rigore che Raspadori trasforma e l’Italia trova il pareggio. La Germania stacca il pass per le semifinali di Nations League, mentre per l’Italia significa un cammino più complicato nelle qualificazioni mondiali. Gli Azzurri dovranno vedersela con la Norvegia, avversaria ostica, e servirà un cambio di rotta per evitare altri passi falsi in vista della rassegna iridata.

L’Italia approccia la gara con determinazione e trova subito il gol al 10’. L’azione nasce da un lancio di Bastoni per Barella, che con un filtrante perfetto libera Politano sulla destra. Il numero 7 azzurro, in uscita su Baumann, tenta un passaggio al centro per Kean, ma Tah interviene e respinge. La palla finisce sui piedi di Tonali, che calcia di prima intenzione e batte l’estremo difensore tedesco. San Siro esplode di gioia: è 1-0 per la squadra di Spalletti.

La Germania reagisce con ordine e al 16’ sfiora il pari con Goretzka, che di testa manda alto su un traversone dalla destra. Gli ospiti insistono, trovando spazi tra le linee, e al 20’ ancora Goretzka ci prova dalla distanza, trovando però la risposta sicura di Donnarumma. Gli Azzurri soffrono il pressing tedesco, ma riescono a rimanere compatti. Nel finale del primo tempo, la Germania aumenta la pressione, ma l’Italia resiste e chiude avanti la prima frazione.

Nella ripresa, la Germania entra in campo con un’altra intensità e al 49’ trova il pareggio. Kimmich crossa dalla destra e pesca Kleindienst, che sfrutta una disattenzione difensiva azzurra e di testa trafigge Donnarumma: 1-1. L’Italia accusa il colpo e fatica a reagire, mentre la squadra di Nagelsmann continua a spingere. Al 53’ Kimmich si inserisce in area dopo un’ottima imbucata di Goretzka, ma Donnarumma in uscita chiude lo specchio della porta e devia in angolo.

Spalletti prova a cambiare volto alla squadra con una serie di cambi: dentro Bellanova, Ricci e Maldini per dare nuova energia. L’Italia ha un sussulto al 67’ con Kean, che riceve un tacco illuminante di Tonali e conclude di poco alto sopra la traversa. Pochi minuti dopo, Raspadori ha una chance d’oro su assist di Tonali, ma Baumann si oppone con un grande intervento di piede.

Quando la partita sembra in equilibrio, la Germania trova il colpo vincente al 78’. Sugli sviluppi di un corner, Goretzka anticipa tutti sul primo palo e con un colpo di testa preciso batte Donnarumma per il definitivo 1-2. L’Italia tenta il tutto per tutto nei minuti finali: all’85’ Maldini prova la conclusione dalla distanza, ma ancora una volta Baumann si dimostra insuperabile e respinge.

Si chiude così una sfida amara per gli Azzurri, che vedono sfuggire una vittoria fondamentale. Ora servirà un’impresa nella gara di ritorno in Germania per ribaltare il risultato e conquistare la qualificazione alla semifinale di Nations League.

foto: Azzurri Ig

L’Italia prova a reagire, spinta da un Barella intraprendente che al 9’ calcia dalla distanza, ma Maignan si fa trovare pronto. Gli uomini di Spalletti cercano di alzare i ritmi e mantenere il possesso palla, ma la Francia si dimostra compatta e aggressiva, spezzando le manovre azzurre. La sfortuna colpisce al 34’, quando una punizione velenosa di Digne colpisce l’incrocio dei pali e rimbalza sulla schiena di Vicario, trasformandosi in un autogol che vale il raddoppio francese.

La reazione azzurra, però, è immediata. Al 36’ Dimarco e Tonali costruiscono una grande azione sulla sinistra: il cross teso dell’esterno dell’Inter attraversa l’area e trova Cambiaso, che di piattone fulmina Maignan. Il gol riapre la partita e ridà fiducia all’Italia, che chiude il primo tempo in crescita.

La ripresa inizia con una Francia solida e un’Italia volenterosa ma poco incisiva. Al 66’, un’altra punizione battuta da Digne punisce ancora gli azzurri: Rabiot svetta più alto di tutti e firma di testa il 3-1, mettendo in ghiaccio la partita. Spalletti risponde con una serie di cambi per aumentare la spinta offensiva, inserendo Raspadori, Maldini e Kean, ma la difesa francese, guidata da Konaté e Saliba, si dimostra impenetrabile.

Nonostante qualche tentativo, come un’azione personale di Cambiaso al 70’ e un’incursione di Kean all’80’, l’Italia fatica a creare vere occasioni da gol. La Francia, invece, gestisce il vantaggio con intelligenza, rallentando il gioco e spegnendo sul nascere ogni velleità azzurra.

Con questa sconfitta, l’Italia chiude il girone della Nations League al secondo posto, proprio dietro alla Francia. Una serata amara per gli uomini di Spalletti, che ora devono riflettere sui troppi errori commessi e ripartire con maggiore convinzione in vista delle prossime sfide internazionali.