Dopo il percorso da calciatore, Delli Carri, classe ’71, ha iniziato quello dirigenziale nel 2008 come direttore sportivo, incarico che ha ricoperto nel biennio 2022/24 a Pescara prima di approdare in alabardato nel novembre 2024.

Delli Carri

“Il club mi ha mostrato fiducia, nel proseguire un percorso che se da un lato è complicato, dall’altro rappresenta un’ulteriore grande sfida da affrontare”.

Il sindaco Dipiazza ha voluto esprimere personalmente ad Attilio Tesser non solo affetto e stima, ma soprattutto la gratitudine di Trieste per il ruolo cruciale svolto nella recente salvezza della squadra cittadina nel contesto del campionato di Serie C. Un risultato che ha risollevato le sorti del club in un momento di grande difficoltà, restituendo speranza e orgoglio ai tifosi alabardati.

A suggello di questo importante riconoscimento, il sindaco Roberto Dipiazza ha conferito ad Attilio Tesser il prestigioso sigillo bronzeo del Comune di Trieste. Il manufatto, simbolo della città, è stato accompagnato da una motivazione che ne sottolinea i meriti: “Ad Attilio Tesser in segno di apprezzamento e ringraziamento per il fondamentale contributo alla permanenza della Triestina Calcio in serie C, frutto di un intenso lavoro sempre contraddistinto da serietà e impegno e da una non comune capacità di motivare i giocatori anche in un momento difficile come quello affrontato di recente dalla squadra.”

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Ore 19.18 – Arriva una notizia importantissima e per certi versi sorprendente, considerata la situazione. Arrivano le prime conferme La Triestina sarebbe riuscita a iscriversi al prossimo campionato di Serie C e avrebbe completato tutta la documentazione necessaria, fideiussione compresa. Si attende a questo punto l’ufficialità.

Ore 18.43 – La documentazione per l’iscrizione sarebbe stata depositata dal club. Si attendono conferme

Ore 18.34 – Dall’interno del club filtra ottimismo, ma visti i precedenti continuiamo a usare la massima prudenza.

Ore 1828 – la chat Whatsapp dei giocatori al momento è priva di ulteriori messaggi. Si aspettano notizie concrete

Ore 17.54 – I giocatori non hanno ancora ricevuto nulla sui propri conti correnti

Ore 17.48 – si accende una piccola speranza per l’iscrizione della Triestina al prossimo campionato di Serie C. Secondo quanto trapelato i soldi necessari all’iscrizione sarebbero arrivati sul conto societario e si starebbe solo attendendo l’arrivo della fideiussione di 700mila euro necessaria per completare la domanda da inviare alla Figc. Usiamo tutti i condizionali possibili, considerati i precedenti, ma sembrerebbe esserci qualche speranza concreta di evitare il fallimento e la ripartenza dai dilettanti

Seguiremo in queste ore la vicenda della Triestina, che rischia di sparire dal calcio professionistico

Circa trecento tifosi della Triestina si sono radunati in piazza Unità d’Italia per manifestare contro la proprietà della Triestina Calcio. I tifosi hanno intonato cori fra cui “Trieste Merita rispetto”. Il consigliere comunale Corrado Tremul ha accolto i tifosi della Triestina dal balcone della sala del Consiglio Comunale e dopo pochi minuti è sceso in piazza e prendendo in mano il megafono dei Nucleo san Giacomo e invitando una delegazione a salire e interfacciarsi con il sindaco Roberto Dipiazza. La situazione si è fatta esplosiva e mancano ormai poche ore alla scadenza del 6 giugno

TRIESTE

MERITA RISPETTO

Dopo l’ennesima situazione imbarazzante

Dopo l’ennesima presa per il culo da parte di questa società :

CHIEDIAMO !

Un intervento delle istituzioni nelle persone del sindaco DI PIAZZA e del presidente della regione

FEDRIGA.

A questi soggetti chiediamo chiarezza sulle sorti della nostra amata Unione, e pretendiamo che gli stessi esprimano il loro punto di vista sulla situazione.

Pertanto

CHIAMIAMO A RACCOLTA TUTTA LA TIFOSERIA ALABARDATA

Mercoledì 4 giugno alle ore 18.30 in Piazza della Borsa per raggiungere tutti insieme Piazza Unità e far sentire la nostra voce!!!

PER LA MAGLIA E LA CITTÀ!

“Quello che sorprende tanto è il contrasto tra le premesse iniziali, di dichiararsi un fondo ricco con l’intento di portare la Triestina in A, di prendere un centro sportivo, lo stadio, e dopo un anno e mezzo trovarsi a non pagare le imposte, a mancare scadenze, a perdere punti”, afferma Milanese. “Vien da chiedersi come sono stati amministrati questi soldi”.

La critica è diretta e circostanziata. Secondo Milanese, le difficoltà attuali non sono frutto di sfortuna o ostacoli imprevisti, ma delle scelte compiute da chi ha gestito il club: “Forse si è esagerato prima con le promesse, per arrivare al punto attuale, in mezzo c’è un oceano. Qualcuno quindi ha amministrato male i soldi.”

Nonostante tutto, Milanese riconosce l’importanza della salvezza raggiunta sul campo, ma guarda già al domani: “Se arriva l’iscrizione, la proprietà dovrà fare chiarezza, anche a fronte del -9. Se ha intenzione di vendere o vuole proseguire, in questo caso con quali basi, con quale budget, con quale allenatore. E dovrà farlo in tempi brevissimi, perché nel calcio ogni settimana è buona per perdere tempo.”

La trasparenza, sostiene l’ex dirigente, è ciò che i tifosi chiedono e meritano: un messaggio chiaro sul futuro del club, dopo mesi in cui le aspettative sono state disattese. Milanese ricorda anche che l’acquisizione da parte del fondo americano non era stata una salvezza in extremis, ma un passaggio di proprietà da una società che non si trovava in una condizione fallimentare: “Forse è stato mal proposto il progetto. Mi ero illuso anch’io, pensavo potesse finalmente portare la Triestina in A. I fatti sono andati in contrasto con le speranze.”

Un passaggio rilevante riguarda anche la revoca del marchio, elemento simbolico e contrattuale che segna un ulteriore strappo: “Era una delle regole del contratto, di non ricevere penalizzazioni, e certamente ha inciso anche il non aver mantenuto le promesse fatte.”

“Parto dal concetto di visione”, esordisce Pavanel, centrando fin da subito il nodo della questione: la mancanza di una progettualità concreta e continuativa. “Ogni volta che arriva una nuova proprietà sento parlare di nuovo centro sportivo, di progettazione… ma io le ruspe che iniziano dei lavori continuo a non vederle”. Parole che pesano come macigni e che descrivono perfettamente la frustrazione di chi ha vissuto la Triestina da dentro, con passione e senso di appartenenza.

Nel corso degli anni, infatti, il club ha visto passare diverse proprietà, ognuna con proclami ambiziosi, ma troppo spesso disattesi. I progetti di rilancio sono rimasti sulla carta, mentre sul campo si alternavano stagioni anonime a brevi illusioni di rinascita. Adesso, però, la crisi pare essere arrivata a un punto di non ritorno.

A preoccupare non è solo il rischio di esclusione dai professionisti, ma anche il destino del settore giovanile, vera anima e speranza del calcio locale. “A rischio logicamente anche la prosecuzione del settore giovanile qualora le vicende alabardate finissero in tribunale”, avverte Pavanel. E pone una domanda scomoda: “Quanti giovani di qui giocano in prima squadra? Quanti triestini? Nessuno”. L’assenza di un progetto di valorizzazione del territorio e dei talenti locali è un altro segnale allarmante. Un club che non investe nella propria identità perde inevitabilmente il legame con la città e con i suoi tifosi.

Pavanel non nega che siano stati messi dei soldi, ma sottolinea un punto chiave: non bastano le buone intenzioni, serve una visione stabile e una vera strategia di fidelizzazione. Trieste, città con una profonda cultura calcistica, ha potenzialità enormi, ma sembra sistematicamente trascurata da chi dovrebbe costruire un futuro solido e condiviso.

Le sue parole si chiudono con una nota amara: “Provo grande delusione, se non rassegnazione, è un disco che si ripete, l’ho vissuto da dentro e lo sto rivivendo da fuori, provo profonda tristezza”. È lo sfogo di un uomo che ama Trieste e la sua squadra, ma che si trova costretto ad assistere ancora una volta a un possibile epilogo tragico.

Ora la palla passa alle istituzioni sportive e alla proprietà, che dovranno dimostrare con i fatti, e non con promesse, che la Triestina ha ancora un posto nel panorama calcistico italiano. Ma il tempo stringe, e il silenzio assordante dei vertici non fa altro che aumentare l’angoscia.

Se la Triestina vuole rinascere, dovrà farlo ripartendo dalla sua gente, dai suoi giovani e da una visione chiara. Senza più scorciatoie o illusioni.