Una gara bloccata: “Pochi spazi, tanti contrasti”

“È stata una partita molto combattuta – spiega Zironelli – soprattutto a centrocampo. Ci sono stati tanti contrasti e poche giocate in grado di creare situazioni pericolose da una parte e dall’altra. Una gara avara di emozioni, e per questo il pareggio è il risultato più giusto.”

Il tecnico evidenzia anche l’episodio più interessante del match:
“Abbiamo avuto un’occasione con Camarà, che ha messo una palla dietro interessante, ma non siamo riusciti ad arrivarci in tempo. Un po’ poco, è vero, ma d’altra parte i ragazzi stanno spendendo tantissimo a livello energetico. La partita non era semplice: hanno dato tutto e portiamo a casa un punto comunque importante.”

Diverso atteggiamento tra i due tempi

Zironelli sottolinea come la sua squadra abbia adottato un approccio differente tra prima e seconda frazione:
“Nel primo tempo abbiamo cercato di contenere la rapidità dei loro giocatori offensivi, avevamo poca profondità e spazi molto stretti. Nel secondo tempo abbiamo alzato il baricentro e cambiato qualcosa nella proposta di gioco.”

Un cambiamento necessario anche alla luce delle condizioni non ottimali della rosa:
“Avevamo qualche defezione e qualche problema ereditato dal campo della scorsa domenica. Alcuni non hanno recuperato al meglio, altri stanno giocando praticamente tutte le partite e non sono al 100%. Non siamo stati fluidi come quindici giorni fa, ma può succedere.”

Due partite al giro di boa: “Dobbiamo fare più punti possibili”

Il mister guarda già avanti, con l’obiettivo di chiudere bene il girone d’andata e recuperare le energie:
“Mancano due partite al giro di boa e dobbiamo essere bravi a fare più punti possibili. Poi sarà fondamentale recuperare tutti i giocatori che da un mese e mezzo o due non riescono a darci una mano.”

Infine, un messaggio di fiducia:
“Confido in un grande girone di ritorno, sperando finalmente di avere l’organico al completo.”

Partita tosta e combattuta contro una squadra in grande salute: uno scoglio importante che ci aiuta a crescere in autostima, e l’abbiamo vinta per dettagli..

Se vogliamo scalare la classifica dobbiamo avere uno spirito comune. Finora abbiamo difeso bene, giochiamo a rombo e in mezzo la palla non deve passare: tutti devono correre e rincorrere. Le occasioni, prima o poi, arriveranno anche per noi, perché i giocatori li abbiamo. Si parte sempre dall’atteggiamento e dallo spirito, poi si arriva alla tattica e a tutto il resto.

L’emergenza ci ha portato a schierare quattro giovani, perché in questo momento siamo un po’ corti in mezzo al campo. Bisogna lavorare e giocare, ma servirebbe tempo… tempo che non abbiamo, perché dobbiamo sempre vincere. E vincere, ovviamente, aiuta a stare meglio insieme in campo.

“Risultato beffardo, non meritavamo di perdere. Abbiamo avuto tantissime occasioni sia per aprirla sia per riprenderla, ma la palla non è entrata. Bisogna migliorare: anche oggi abbiamo concesso un angolo e abbiamo preso gol.

Dobbiamo crescere nell’atteggiamento e in diverse situazioni, perché in questo momento ci gira tutto male sotto ogni aspetto. In settimana cercheremo di migliorare, ma penso sia soprattutto una questione mentale.

Ci sono giornate come questa in cui non riesci a sbloccarla, e torni a casa con zero punti. E questi zero punti devono farci capire che c’è tanto da lavorare e da migliorare.”

“Abbiamo giocato così perché ho ragionato che il San Luigi veniva qui per difendersi, ed è andata così ed è andata bene.”

Il tecnico ha già la testa al calendario: “Mancano due partite prima della sosta e poi recupereremo le energie per il girone di ritorno.” Ma quello che contava oggi era la risposta dopo Conegliano, e Gorini non ha nascosto la soddisfazione: “C’è stata una reazione importante dopo la sconfitta immeritata di Conegliano. La reazione è stata ottima e premia i miei ragazzi che hanno questo obiettivo.”

Fondamentale il gol che ha sbloccato subito il match: “È stato importante sbloccarla subito, siamo stati bravi e fortunati, poi la partita si è incanalata come volevamo e nel secondo tempo siamo stati bravi a continuare e a non accontentarci.”

C’è spazio anche per i singoli, con un pensiero particolare a Leonardo De Franceschi: “È un ragazzo affidabile e deve continuare a lavorare così, con la voglia di crescere.”
E un pensiero va anche a chi oggi non c’era: “So che è mancato un tifoso, dispiace e faccio le condoglianze alla famiglia, dedichiamo la vittoria anche a lui.”

I numeri sorridono al Treviso: 26 gol e ben 13 marcatori diversi. Un dato che il tecnico apprezza: “È un bel dato perché tutti partecipano alle azioni e anche da calcio piazzato stiamo facendo un buon lavoro… abbiamo ancora margine di crescita. Ora pensiamo alla prossima.”

E poi la chiusura, lucida e pragmatica, che sa tanto di mentalità: “Ma i dati devono essere buoni a maggio.”

“Il Treviso è una quadra di livello importante e devo farle i miei complimenti.

Noi sapevamo che il nostro campionato poteva essere questo qui… Oggi più di cosi non potevamo fare, siamo venuti qui senza 5-6 titolari, ma non è una scusante.. ma con i cambi magari poteva andare meglio. A fine partita avevamo in campo tanti fuoriquota, apprezzo il lavoro con i giovani, ma in alcune partite queste particolarità le paghi.

Siamo in un periodo un po’ sfortunato con gli infortunati.. ne entra uno e ne esce un altro..

Adesso affrontiamo il Cjarlins e sarà un altra partita tosta..”

Si apre la ripresa con l’avanzata di Gian, che arriva al tiro rasoterra e impegna Basso in tuffo. Il Cjarlins Muzane costruisce due buone opportunità con Benomio: prima una girata di testa su cross di Dominici, poi un sinistro servito da Maniero, ma in entrambi i casi Costa blocca. Nel recupero arriva l’unica vera palla gol del Bassano: la ripartenza di Fasolo apre il varco per Beccaro, che da posizione favorevole calcia alto e spreca la chance del possibile vantaggio. Finisce così uno 0-0 che rispecchia fedelmente l’andamento del match.

Cjarlins Muzane-Bassano 0-0

Cjarlins Muzane: Basso, Fusco, Perez Blanco (16’ st Camara), Yabre (10’ st Doratiotto), Dominici (39’ st Simeoni), Gaspardo, Aliu, Benomio, Bonetto, Mazzolo (30’ st Mileto), Maniero. All. Zironelli.

Bassano: Costa, Campesan (20’ pt Moro), Fosu (30’ st Maglia), De Carli, Marchiori (26’ st Mioni), Stefanelli, Zupperdoni, Gattoni (16’ st De Leo), Beccaro, Fasolo, Gian. All. Zecchin.

Arbitro: El Ella di Milano.

Espulsi: nessuno.

Ammoniti: Yabre, Perez Blanco, Gaspardo, Mazzolo, Moro.

Calci d’angolo: 4-0 per Cjarlins Muzane.

Recupero: 2’ e 6’.

Se vuoi, posso ricontrollare tutto il testo parola per parola per assicurarmi che non ci siano più errori di maiuscole o minuscole. Vuoi che lo faccia?

“Ringrazio i miei compagni perché il merito è della squadra.

La gara quando la sblocchi diventa più semplice, in casa non avevamo fatto ancora tanti gol ed oggi ci siamo riusciti e ci prendiamo questa vittoria.

Dedico questa tripletta alla mia famiglia che erano presenti.

Siamo stati più cinici rispetto ad altre gare ed è positivo tutti questi gol, ma da domani pensiamo già alla prossima

L’obbiettivo personale è la fame di vincere e ho l’obbiettivo personale di vincere il campionato e non i miei gol. Qui c’è uno staff e tutte quelle persone che mi danno la passione per il Treviso e voglio vincere per loro.

E’ mancato un tifoso storico e siamo andati sotto la curva.

Abbiamo un reparto offensivo di livello altissimo, e non abbiamo ancora fatto vedere tutto il potenziale che abbiamo, poi il merito è di tutti quelli che fanno anche il lavoro sporco..

Tripletta che vale soprattutto tre punti..

Abbiamo 8 punti di vantaggio ma ogni stagione ha le sue insidie, non dobbiamo mai abbassare la guardia..

In questo momento non ho ricevuto chiamate dal calciomercato, e a gennaio ho cambiato raramente squadra, e sto benissimo qui a Treviso. L’unica difficoltà che ho è verso la mia famiglia che mi manca.”

Treviso – Allo stadio Omobono Tenni l’atmosfera è quella delle grandi occasioni: per la quindicesima giornata del campionato di Serie D – Girone C va in scena Treviso–San Luigi Calcio, una sfida che arriva in un momento particolarmente interessante per entrambe le squadre.
Il Treviso, capolista, vuole subito rialzare la testa dopo la battuta d’arresto nel derby di Conegliano, una sconfitta che ha interrotto la sua corsa ma non ha scalfito le ambizioni biancocelesti. Spinti dal pubblico di casa, i ragazzi di Gorini cercano riscatto attraverso intensità e qualità di gioco.
Dall’altra parte arriva un San Luigi in fiducia, reduce dall’importante vittoria casalinga contro l’Unione La Rocca Altavilla. Un successo che ha dato morale e consapevolezza alla formazione friulana, pronta a mettere alla prova la capolista con organizzazione, grinta e la leggerezza di chi non ha nulla da perdere.

Primo tempo

All’8’ arriva la prima occasione del match e il Treviso passa subito in vantaggio: dalla sinistra Perin pennella un bellissimo cross per Beltrame, lasciato completamente solo sul secondo palo, che deve solo spingere il pallone in rete.

Al 16’ Serena mette in mezzo per Artioli, che prova una conclusione spettacolare in semirovesciata, ma il tentativo termina ampiamente a lato.

Al 22’, al termine di una bellissima azione corale, Scotto viene strattonato da Caramelli dentro l’area di rigore. Per l’arbitro non ci sono dubbi: calcio di rigore per il Treviso e ammonizione per il difensore del San Luigi. Dal dischetto va lo stesso Scotto, che con grande freddezza calcia forte e centrale, firmando il raddoppio.

Sul 2-0 il Treviso non arretra e, da un tiro-cross apparentemente innocuo, complice una deviazione di un difensore del San Luigi, nasce un clamoroso palo. Sulla ribattuta la difesa ospite spazza in angolo per evitare il peggio.

Al 26’ arriva la reazione del San Luigi con un bellissimo tiro dalla distanza di Villanovich, ma De Franceschi blocca con sicurezza.

Sull’azione seguente ancora pericolosi gli ospiti: De Nuzzo crossa dalla destra per la perfetta incornata di Crosara, ma il colpo di testa destinato in rete viene deviato in tuffo da un meraviglioso intervento di De Franceschi.

Il primo tempo si chiude con un Treviso brillante e per lunghi tratti padrone della partita.

La ripresa

Al 2’, sugli sviluppi di un calcio d’angolo per il Treviso, la difesa del San Luigi allontana il pallone oltre l’area. Serena, di prima intenzione, calcia forte di sinistro, ma il tiro termina abbondantemente sopra la traversa.

Al 10’, ancora da un corner, il Treviso propone un bellissimo schema: Gucher serve corto per Scotto che, liberatosi al centro dell’area, svirgola clamorosamente la conclusione. La difesa del San Luigi può così spazzare via.

Al 20’ arriva il 3-0: calcio d’angolo battuto da Gucher, stacco imperioso di Scotto che di testa insacca.

Al 25’ il San Luigi combina un vero pasticcio difensivo. Crosara, nel tentativo di appoggiare al centro della propria area, serve involontariamente un liberissimo Scotto, che calcia a botta sicura trasformando di fatto un rigore in movimento: è la sua tripletta personale e il gol del 4-0.

Il Treviso ritrova la vittoria e lo fa con una prestazione autoritaria, convincente e ricca di qualità. Il 4-0 riflette pienamente la superiorità mostrata dalla capolista, capace di indirizzare il match già nelle prime battute e di non abbassare mai l’intensità. La tripletta di Scotto è la fotografia perfetta di una squadra che, quando attacca con sincronismi e fiducia, sa essere devastante.
Dall’altra parte il San Luigi ha provato a restare in partita con qualche buona iniziativa nel primo tempo, ma gli errori difensivi e la maggiore caratura tecnica degli avversari hanno finito per pesare in maniera decisiva.
Per il Treviso è un successo fondamentale, non solo per i tre punti, ma per il messaggio inviato al campionato: la capolista è ancora lì, forte, concentrata e pronta a riprendere la sua corsa. Per il San Luigi, invece, la sfida del Tenni diventa esperienza utile per il prosieguo del torneo, con l’obiettivo di reagire già dalla prossima giornata.
Tabellino
Treviso – San Luigi Calcio 4-0
Marcatori: 8’Beltrame, 23’Scotto, 20’st Scotto, 25’st Scotto.
TREVISO (4-3-2-1): De Franceschi; Brigati, Munaretto, Salvi, Fragnelli (Guerriero 1’st); Perin (Rizzotto 25’st), Gucher (Gianola 25’st), Serena; Artioli, Beltrame (Fedato 29’st); Scotto (Petrovic 29’st).
Allenatore: Edoardo Gorini.

A disposizione: Cecchin, Brevi, De Lazzari, Zanotelli.
SAN LUIGI CALCIO (3-5-2): Corbatto; Zetto (Vagelli 18’st), Caramelli, Crosara; De Nuzzo, Montestella (Dekovic 1’st), Villanovich, Pinzi (Bose 27’st), Brunner; Osmani (Pescatori 31’st), Abdulai (Cangiano 38’st).
Allenatore: Massimiliano Pocecco

A disposizione: Andreasi, Sincovich, Zecchini.

Arbitro: Emanuele Rotondo di Frattamaggiore
Assistente 1: Alessandro Firera di Ragusa
Assistente 2: Salvatore Nigrelli di Barcellona Pozzo di Gotto
Ammoniti: 20’ Montestella (SL), 22’ Caramelli (SL), 31’ Fragnelli (T), 39’ Abdulai (SL),
Espulsi: /
Recuperi: 1’pt / 3’st
Spettatori: 1.100

Mister, arriva un’altra gara difficile?
“Sì, arriva una squadra forte. Mi permetto di dire che, per il calcio che esprime, il Mestre è una delle migliori del momento. Li abbiamo visti: hanno una proposta di gioco molto chiara e di livello.”

Domani arriva il Mestre al Sandrini, un altro scontro diretto. Arrivate da una sconfitta che può essere letta da più prospettive: dopo il 2-2 sembravate poterla ribaltare, poi è arrivato un gol un po’ fortuito. Come arriva la squadra a questa partita importante?
“Arriva una partita di cartello, ed è quasi un bene: siamo tenuti a dare una risposta dopo quella che, l’ho detto subito, è stata la nostra peggior prestazione stagionale. Nonostante tutto siamo rimasti vivi fino ai minuti finali, poi il 3-2 ci ha penalizzati. Ora ci aspetta una gara importante contro una squadra forte e dobbiamo dare una risposta chiara, netta. Speriamo di averla preparata bene.”

Il Mestre è una squadra compatta, già affrontata in Coppa. Ti aspetti qualcosa di diverso?
“Nelle ultime partite hanno proposto qualcosa di nuovo. Non credo che verranno a prenderci uomo su uomo a tutto campo, però hanno alzato il baricentro. Con palla fanno ottime cose perché hanno individualità forti e idee chiare. Non mi aspetto la stessa partita della Coppa: siamo cambiati noi e sono cambiati anche loro.”

La società è nel pieno del mercato di dicembre, con alcune uscite già registrate. Come inquadri questa fase?
“È semplicemente il mese di mercato. Succede a tutte le squadre: entrate, uscite, anche di nomi importanti. Non viviamo alcun momento particolare o negativo. È una fase fisiologica.”

Il Legnago ha dimostrato di saper reagire dopo le sconfitte. Può essere un fattore motivante affrontare subito un’altra squadra di alta classifica?
“Sì, e come dicevo prima è un bene incontrare una squadra forte. Tiene al massimo l’attenzione, cosa che ultimamente abbiamo abbassato in alcune situazioni. A Este qualcosa in meno si è visto: non tutto da buttare, ma una prestazione opaca. I ragazzi hanno voglia di reagire e dimostrare chi siamo.”

A Este si è visto qualche difficoltà nei duelli individuali, cosa insolita per voi. Come avete lavorato su questo aspetto?
“Nel duello fai fatica se abbassi concentrazione e voglia. Ho chiesto una reazione, di far vedere che siamo quelli di sempre. Possiamo anche perdere, nessuno ci chiede di vincerle tutte, ma voglio rivedere l’intensità e lo spirito che ci hanno accompagnato finora. Sono fiducioso: la squadra risponderà bene.”

Le due partenze di mercato ti portano a rimodulare il “vestito” tattico della squadra o l’identità resta la stessa?
“Il vestito posso modularlo, l’identità no. Abbiamo già cambiato qualcosa a gara in corso in più occasioni, ma l’idea di gioco deve restare intatta. Se cambiasse quella, significherebbe che la settimana non è stata recepita bene.”

E il modulo? Cambierà qualcosa?
“No. Non cambierà perché non do importanza al modulo. Conta l’atteggiamento, non i numeri sulla carta.”

La società desidera esprimere a entrambi un sincero ringraziamento per la serietà, la dedizione e il senso di appartenenza dimostrati nel periodo trascorso in granata. Il loro contributo, in campo e fuori, è stato apprezzato e riconosciuto da tutto l’ambiente.

Ad entrambi vanno i più sentiti auguri per un futuro ricco di soddisfazioni, sportive e personali.

A lasciare il segno sulla serata è soprattutto l’episodio nei minuti finali: Corti aveva trovato il gol qualificazione, ma l’assistente dell’arbitro ha alzato la bandierina per un fuorigioco millimetrico. Una decisione che ha inciso pesantemente sull’esito della gara.

A fine partita, Perticone non cerca però alibi:
“Non parliamo dell’arbitraggio. Abbiamo fatto un percorso che ci ha portato fino a qui, volevamo passare il turno e non ci siamo riusciti. Siamo dispiaciuti, questa è la verità.”

Il tema più preoccupante resta quello offensivo. Il Mestre non segna da diverse partite e la sterilità sotto porta è diventata un problema evidente.

Perticone non nasconde la criticità:
“Dobbiamo essere più incisivi. Non possiamo pensare di non prendere gol per quattro partite e sperare di portare sempre a casa punti. Questo aspetto va assolutamente migliorato.”

Se la porta inviolata può essere letta come una conferma della solidità difensiva, l’allenatore preferisce non adagiarsi su un singolo dato positivo.

“No, l’unica cosa davvero positiva di oggi è stata la curva. Anche nell’ultima partita cantavano ‘Forza ragazzi’. Per il resto, rifletto. Nei momenti in cui speri di fare qualcosa di più e non ci riesci, devi capire che risposte ci sono. A parte il supporto dei tifosi, non vedo aspetti positivi.”

Parole che trasmettono lucidità, autocritica e allo stesso tempo la volontà di ripartire subito:
“Dobbiamo rimboccarci le maniche e andare avanti a lavorare. L’entusiasmo deve venire da tanti fattori… oggi ce l’hanno dato i tifosi, e non è poco. Ma dobbiamo ritrovarlo anche dentro di noi.”

L’eliminazione, arrivata senza sconfitte sul campo e con un episodio discusso, lascia un misto di amarezza e consapevolezza: il Mestre è una squadra solida dietro, capace di restare in partita per 90 minuti, ma allo stesso tempo ancora troppo poco incisiva negli ultimi metri.

Il percorso in Coppa si chiude qui, ma il messaggio del tecnico è chiaro: ripartire, lavorare, ritrovare fiducia. E attingere all’entusiasmo di una curva che, anche nei momenti più difficili, non smette di cantare.

“Tutto il mondo sa quello che ha fatto la Luparense e non solo”.

Sono le prime parole che pronuncia proprio Stefano Zarattini, che ricorda con grande orgoglio, ma anche profonda nostalgia i tempi belli di quella Luparense vincente.

“Vi erano tante squadre che producevano spettacolo tutte le settimane, una grande rivalità tra squadre di alto livello. Mi viene in mente il primo scudetto vinto contro la Lazio (era la stagione 2006/2007, n.d.c.), il nostro palazzetto era stipato all’inverosimile… veramente tutt’altra cosa: e quando parlo di quel calcio a 5 mi vengono sempre i brividi. 25 anni di storia mi hanno portato a conoscere uomini veri, calciatori, presidenti, personaggi che mi hanno fatto crescere arrivando a conoscere gente nuova, mondi nuovi e soprattutto calciatori che hanno fatto si che la Luparense sia diventata la società più titolata d’Italia. Nel cuore mio, quando vedo certe immagini, si spalanca una porta: ho passato metà della mia vita nel futsal, solo chi ha potuto vivere questa esperienza comprende i motivi per cui ancora oggi mi vengono i brividi”.

L’addio al calcio a 5 per tuffarsi nel mondo del fratello maggiore. In quel periodo la Luparense vivacchiava nei campionati regionali minori: l’avvento di Zarattini ha prodotto – com’era facilmente prevedibile – un’escalation che ha portato i Lupi di San Martino a vincere tre campionati di seguito approdando in Serie D. Dove la Luparense staziona ormai da sei stagioni. Ma ancora per poco…

“Ho un obiettivo preciso – mette in chiaro Zarattini – andare tra i professionisti, ma voglio fare una premessa: la Luparense è stata una delle prime società italiane a svolgere la doppia attività, siamo arrivati in Serie D disputando anche la Serie A di futsal, ma alla fine è inevitabile che devi concentrarti su un’unica cosa. L’impegno nel calcio è totale per arrivare al professionismo e, non lo nascondo, stiamo lottando per fare qualcosa di importante. Ma parlare di calcio a 5 è come se stessimo parlando… di un mio figlio, sento sempre i tanti campioni che sono passati da queste parti, tutti personaggi e uomini veri che non si sono più ritrovati nel percorso della nostra società ma coi quali ci si sente frequentemente. Ed è qualcosa di bello perchè quando qualcuno ti cerca e ti fa sentire importante come fai a dire che non è un bel ricordo? Quando rimangono relazioni e rapporti umani nel tempo, e oggi non è affatto scontato, è una cosa bellissima”.

La domanda, a questo punto, viene spontanea e con essa la speranza che la risposta nasconda un qualcosa di positivo e ben augurante: Stefano Zarattini tornerà nel futsal con la sua Luparense? Da più parti è stato percepito che un qualcosa in questo senso, potrebbe realizzarsi.

“Se un giorno si potesse aprire una porta per il calcio a 5? Ci posso anche pensare, ma oggi dobbiamo concentrarci sulla Serie D e sull’impegno che ho assunto che è quello di raggiungere la Lega Pro nel calcio a undici. Ora il calcio a 5 rappresenta una mia nostalgia, un passato che mi piace e al quale penso sempre con grande piacere. E se un giorno ci potessero essere delle opportunità per tornare in campo ti dico che le valuto”. 

Ma Zarattini non può non chiudere la sua chiacchierata rilevando un aspetto che è lo specchio della realtà, una specie di spaccato del futsal di Serie A di oggi.

“Vedo che ci sono ancora tanti campioni che sono passati per la Luparense che continuano a giocare a certi livelli: vuol dire che abbiamo scritto veramente qualcosa di importante, qui sono passati campioni del mondo e campioni d’Europa. Ci sono tanti nomi che potrei ricordare, tutta gente che ha avuto una grande personalità dando alla Luparense qualcosa che non ho mai ricevuto in altri sport. E se questa è diventata una delle società d’Italia più conosciute anche nel mondo, un motivo ci sarà”.

Fonte: Calcioacinqueanteprima

“Dovevamo vincere i duelli e non li abbiamo vinti – esordisce Zironelli –. È giusto che abbiano vinto loro nei momenti cruciali, cioè sui piazzati. Questo campo favorisce chi è più forte sulle palle inattive e noi non siamo stati bravi come loro. Oltre ai due gol ne potevano fare altri due sempre da piazzato. Bisogna essere più concentrati e attenti su quello che finora era stata la nostra arma migliore”.

Per l’allenatore arancioblù, il rammarico è legato anche alla sensazione di aver sprecato una partita comunque alla portata: “Le occasioni le abbiamo avute, ma ci è mancata quella cattiveria agonistica che loro hanno messo in campo. Se avessero avuto le nostre occasioni probabilmente avremmo preso più gol. Hanno saputo difendersi, mentre noi non siamo riusciti a capitalizzare le opportunità create. Oggi – aggiunge – bisogna fare un po’ di mea culpa”.

A Zironelli viene poi chiesto quanto pesi il ko sapendo della contemporanea sconfitta del Treviso, diretta concorrente. Il tecnico risponde senza giri di parole: “Degli altri non mi interessa. Mi interessava oggi, perché sapevo che era un campo difficile. A parte il Legnago, qui non aveva mai vinto nessuno con più di un gol di scarto. La Maia Alta è una squadra viva e lo ha dimostrato. Noi non siamo stati all’altezza: l’abbiamo messa sulla tecnica, ma non bastava. Quando loro l’hanno portata sul piano fisico, non siamo stati in grado di reggere. Bravi loro”.

La sconfitta lascia dunque amaro in bocca, ma anche indicazioni chiare: per tornare a correre serviranno più duelli vinti, più intensità e la capacità di soffrire nei momenti in cui la partita si sporca. Zironelli lo sa, e lo ha ribadito con onestà.

Un primo tempo complicato, poi una reazione importante nella ripresa. Cosa è cambiato?

Sì, abbiamo avuto una reazione importante nel secondo tempo, come atteggiamento, che è l’aspetto che mi è piaciuto chiaramente di più di tutta la partita. Conosco l’impegno a livello mentale del giocare ogni tre giorni e quindi ci può stare anche che non allenandosi mai, facendo solamente rifiniture, poi ci siano partite dove dal punto di vista mentale, come il primo tempo siamo un po’ sottotono. Arriviamo un po’ secondi nei duelli e nella palla diciamo mezza e mezza. Però al secondo tempo hanno tirato fuori tutto. I ragazzi hanno creato i presupposti per fare male più di una volta alla Luparense con il tiro di Romano, i due tiri di Melchiori, colpo di testa di Posocco. Insomma, ci son state diverse situazioni anche nell’area di rigore dove potevamo fare male. Questo è l’aspetto che mi è piaciuto di più, chiaramente rimane un po’ l’amaro in bocca perché siamo ancora in questo limbo dove non riusciamo a fare gol, però dobbiamo rimanere sul lavoro e devo fare solamente i complimenti ai ragazzi perché da questo punto di vista dell’applicazione e dell’atteggiamento stanno rispondendo ogni partita presente.

Ottima anche la prestazione del vostro portiere, autore di un intervento decisivo.

Ha fatto una buona parata su due situazioni della Luparense, se intende dire che la Luparense ha avuto delle occasioni e quindi il nostro portiere ha fatto un’ottima partita, le rispondo invece che abbiamo creato più di qualche presupposto noi per far male alla Luparense, per essere onesti. Perché se no devo fare i complimenti anche, al portiere del Lignano nella scorsa partita. Insomma, facciamo i complimenti al nostro portiere, sono contento e sicuramente tutti e due i nostri portieri sono validi.

Mercoledì arriva una sfida di Coppa Italia ad un livello che per ora non si era mai visto. Come la state preparando, considerando anche questi molteplici impegni in questo periodo?

La prepariamo come stiamo preparando tutte le partite, cercando di recuperare le energie. Perché quello che c’è da fare è finire la gara, recuperare energie e preparare la gara dopo che tendenzialmente prepariamo in un giorno, perché un giorno si stacca e un giorno si prepara la gara. E quindi, ripeto, chiaramente non è un alibi, oggi mi sarebbe piaciuto vincere, non per come abbiamo fatto il secondo tempo, avrei avuto ancora più piacere fare il secondo tempo uguale al primo e vincere, quello mi sarebbe piaciuto molto, perché avrebbe compensato un pochettino i punti che abbiamo lasciato alle spalle. Però anche chi è entrato oggi ha dato risposte importanti e dobbiamo rimanere sul pezzo, uniti, compatti, tutto l’ambiente. Perché a volte si perde di vista poi quello che si sta facendo, perché si vorrebbe avere di più. Però io dico che è una rosa.. una squadra che è composta soprattutto da giocatori che sono professionisti e che stanno onorando ogni impegno.

Gli uomini di Zironelli avrebbero potuto incanalare la gara a proprio favore già in avvio, quando il cross teso di Dominici trova Aliu pronto alla girata di prima intenzione: Tenderini si supera e tiene in piedi i suoi. Scampato il pericolo, il Maia Alta Obermais colpisce: corner di Ciaghi e stoccata di Paulmichl sul palo lontano. Passano pochi minuti e il copione si ripete. Ciaghi scalda i guanti a Basso da fuori area, il portiere smanaccia sopra la traversa, sul nuovo angolo il numero 10 altoatesino trova ancora Paulmichl, questa volta nel cuore dell’area, per il raddoppio.

Il Cjarlins prova a scuotersi: Bonetto sfiora il bersaglio di testa, poi uno schema da palla inattiva libera Gabrieli al limite, con conclusione fuori di un soffio. Lo stesso Gabrieli impegna Tenderini al 19’, preludio al gol che accorcia le distanze nel recupero: pennellata di Yabre dalla trequarti, sponda di Aliu e tocco di rapina che vale il 2-1 proprio allo scadere della prima frazione.

La ripresa si apre con un Cjarlins Muzane arrembante: all’8’ Benomio, servito da Aliu dopo un cross di Maniero, schiaccia di testa ma trova la traversa. È l’ultima vera occasione ospite, perché con il passare dei minuti gli spazi si chiudono e il Maia Alta Obermais torna a pungere con Ciaghi e Paulmichl, fermati da un attento Basso. Nel finale Ghiotti sfiora il tris prima su punizione e poi con una conclusione dal limite, ma il risultato non cambia e i friulani devono incassare la seconda sconfitta stagionale.

Tabellino

MAIA ALTA OBERMAIS – CJARLINS MUZANE 2-1

MAIA ALTA OBERMAIS: Tenderini, Gander, Demetz, Paulmichl, Rohrer, Bauerfeind (32’ st Polli), Ghiotti, Villgrattner, Brusco, Ciaghi, Stecher. All. Toccoli.

CJARLINS MUZANE: Basso, Fusco (34’ st Simoeni), Mileto (20’ st Perez), Yabre (20’ st Doratiotto), Dominici, Gaspardo, Gabrieli, Aliu, Benomio (31’ st Anzolin), Bonetto, Maniero. All. Zironelli.

Arbitro: Vazzano di Catania.

Marcatori: al 4’ e 10’ Paulmichl, al 47’ Gabrieli.

Espulsi: nessuno.

Ammoniti: Paulmichl, Rohrer, Gander, Ciaghi, Benomio, Bonetto, Fusco.

Calci d’angolo: 9-9.

Recupero: 3’ e 4’.

All’Olivieri arriva la Varesina, venite dalla bella vittoria all’ultimo respiro contro la Vogherese, come hai visto i ragazzi durante la settimana, come l’avete preparata e che partita ti aspetti?
Allora sicuramente sarà come sempre una partita complicata, la Varesina non rispecchia la classifica che ha, è una squadra forte, con buona individualità, è una squadra che gioca molto bene a calcio, quindi sicuramente sarà una partita complicata come d’altronde lo sono tutte. Arriviamo da una vittoria importante, abbiamo riscattato un po’ la sconfitta di due domeniche prima, quindi il morale è alto, c’è voglia di continuare e di far bene.

Nelle ultime quattro trasferte avete raccolto quattro vittorie subendo un solo gol e per tre partite consecutive avete tenuto la porta inviolata, mentre nelle ultime due gare giocate in casa avete raccolto un solo punto subendo ben sei gol. Come ti spieghi questa differenza di rendimento nelle ultime settimane? Bisogna invertire il trend già a partire da domenica.
Sicuramente le partite in casa sono un po’ più complicate perché quando vengono da noi le squadre tendono tanto a chiudersi e giocare di ripartenza quindi ci esponiamo un po’ più a pericoli noi cercando di comandare la partita e cercando di arrivare al gol. Purtroppo dobbiamo migliorare ancora questa cosa qui, cercheremo di farla, i ragazzi la stanno facendo ma in casa, soprattutto in casa, le partite a volte sono un po’ più complicate perché le squadre arrivano da noi chiudendosi molto, lasciandoci pochi spazi quindi siamo esposti un po’ a contropiedi dove a volte ci fanno male.

Nato a San Vito al Tagliamento il 4 settembre 2001, Francesco Mazzolo è un difensore dotato di grande senso di posizione, forza e resistenza. Cresce nel settore giovanile dell’Udinese, fino ad esordire tra i “grandi” vestendo la maglia della Virtus Verona, società questa con cui milita per quattro stagioni nel campionato di serie C. Da lì il passaggio, nella medesima categoria, al Caldiero Terme con cui disputa la stagione 2024/2025, fino al trasferimento, nel campionato in corso, al Pavia in serie D dove scende in campo per 12 volte. Il suo palmares parla dunque di 120 presenze in serie C e 12 in serie D.

Le sue parole: «Torno in regione per vestire la maglia di una società che ha preso vigore negli ultimi anni: sono friulano e quindi appena ho avuto la chiamata del direttore ho accettato subito, senza remore, conoscendo le ambizioni del presidente. Arrivo in un girone pre me nuovo ma che so essere tosto, dove nessuno ti regala nulla e ogni domenica devi guadagnare tutto. Ho visto una squadra forte, cui nulla è precluso».

A Francesco va il nostro più caloroso benvenuto: sia questo l’inizio di un nuovo percorso ricco di soddisfazioni, personali e di squadra.

Il pomeriggio di Carlino si accende con un Cjarlins Muzane determinato, feroce, capace di indirizzare la partita già nel primo tempo e di difendere con ordine un vantaggio costruito con qualità e spirito di sacrificio. L’Adriese, pur generosa, esce sconfitta 1-0 al termine di una gara vibrante, in cui i padroni di casa hanno mostrato maggiore lucidità nei momenti chiave.

La squadra di Zironelli perde subito Glamocanin, costretto al cambio dopo un contrasto al 13’. L’ingresso di Anzolin sposta gli equilibri tattici, con Benomio avanzato al fianco dell’esordiente Aliu. È comunque Gabrieli a dare il primo squillo: una punizione dalla distanza che pizzica il palo esterno e mette i brividi ad Adorni. Il Cjarlins Muzane alza il ritmo e al 20’ la combinazione Benomio-Aliu-Benomio produce una conclusione che sfiora la traversa.

Il gol arriva al 35’ e nasce da un’azione costruita con precisione millimetrica. Gabrieli cambia gioco per Dominici, bravo a raggiungere il fondo e crossare con i tempi giusti per Aliu, che offre una sponda perfetta a Benomio: da due passi l’attaccante non sbaglia e firma il meritato vantaggio.

La ripresa si apre ancora nel segno dei friulani: dopo 14 minuti Benomio scappa verso la porta, supera Adorni ma deve allargarsi prima di servire Aliu, murato da un difensore. L’Adriese risponde con il diagonale di Gozzerini che sfila a lato, poi è un botta e risposta continuo. Gaspardo e Maniero sfiorano il raddoppio, mentre Cescon si avvicina al pari con un destro dal limite che esce di poco. Al 36’ Gozzerini costringe Basso a una parata plastica, prima che Gabrieli tenti addirittura dalla mediana, con la palla che si adagia sulla parte alta della rete. L’ultimo brivido arriva al 47’, quando il palo nega a Maniero il gol del raddoppio.

È l’ultimo sussulto di una partita combattuta, che premia un Cjarlins Muzane solido e concreto, capace di soffrire e colpire al momento giusto.

CJARLINS MUZANE – ADRIESE 1-0

Cjarlins Muzane: Basso, Fusco, Yabre, Dominici, Gaspardo, Gabrieli, Glamocanin (13’ pt Anzolin), Aliu, Benomio, Bonetto, Maniero. All. Zironelli.

Adriese: Adorni, Berton (1’ st Benhassine), Badeschi (20’ st Bah), Frison, Gasparini, Cavallini, Andreoli, Stalla (15’ st Morelli), Lolli (31’ st Di Maira), Cescon, Gozzerini (37’ st Camerotto). All. Pedriali.

Arbitro: Mascolo di Castellammare di Stabia.

Marcatore: 35’ Benomio.

Espulsi: nessuno.

Ammoniti: Stalla, Yabre, Lolli, Gabrieli.

Calci d’angolo: 4-2 per il Cjarlins Muzane.

Recupero: 2’ pt, 3’ st.