Triestina, Petagna: “Da ragazzo andavo in curva e cantavo fino a perdere la voce! E i miei idoli erano…”
martedì 20 Febbraio 2018 - Ore 14:35 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Nella pagina de “La Gazzetta dello Sport” dedicata alla Triestina compare anche una lunga intervista ad Andrea Petagna. Queste alcune delle sue dichiarazioni, in cui parla del nonno Francesco, storico calciatore dell’Alabarda:
«Se chiudo gli occhi rivedo tutto: io che tengo stretta stretta la mano del nonno, poi i giardini comunali, le persone che ci fermavano per un saluto, mica capivo perché. E infine il momento più bello: il pallone da calciare. “Dai, Andrea: colpisci col collo e fai gol…”. È stato il mio primo allenatore e ora mi piacerebbe sapere da Fabio Capello, Edy Reja oppure Osvaldo Bagnoli come era nello spogliatoio, che ricordi hanno di quel tecnico. Era mio nonno. Solo dopo la sua morte ho iniziato a capire chi fosse, quanto aveva dato a quei colori. I miei genitori non volevano giocassi a pallone. Hanno provato con nuoto e tennis, ma il richiamo del calcio è stato fortissimo. In casa cercavo sempre qualcosa che mi parlasse della Triestina. Purtroppo non abbiamo una maglia originale di quegli anni. Però ho tante foto, alcune bellissime. In una ci sono due capitani che si stringono la mano prima di Triestina-Juve: Petagna e Boniperti. Ci facevamo rispettare in quei tornei… Da ragazzo andavo in curva e cantavo fino a perdere la voce. Era la stagione di Aquilani a centrocampo più Godeas e Moscardelli in attacco. Idoli. Mi dispiace, invece, aver lasciato Trieste per inseguire il mio sogno. Vedere la Triestina in C è un dolore e spero possa ritrovare presto la A. Nonno ne sarebbe felice. Se mi avesse visto debuttare tra i professionisti…».
(Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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