Hellas Verona-Napoli, Zigoni: “Non mi è piaciuta la reazione di Pazzini, chieda scusa a Pecchia e ai compagni!”
martedì 22 Agosto 2017 - Ore 14:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Gianfranco Zigoni gioca in difesa. Lui, attaccante geniale, uno dei grandi «cavalli pazzi» del calcio italiano più romantico, idolo dei tifosi del Verona che stravedevano per la classe da irregolare che aveva in campo e per il suo stile di vita fuori, sta con Fabio Pecchia: «Non mi è piaciuta la reazione che Giampaolo Pazzini ha avuto nei suoi confronti sabato. Dovrebbe chiedere scusa al suo allenatore e anche a tutti i compagni di squadra».
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«Pecchia prende le decisioni, questo è il suo ruolo, quello dell’allenatore. Possono essere giuste o sbagliate, ma le responsabilità competono a lui. Ovvio che abbia fatto discutere la scelta di non impiegare un leader come Pazzini dall’inizio, tanto più perché il Verona non ha schierato un centravanti per rimpiazzarlo, ma ha adattato in attacco Bessa. Però…». Però? «Pazzini è un ragazzo perbene, su questo non nutro il minimo dubbio. È il capitano, nonché un giocatore d’esperienza. Sa bene come funzionano certe cose e non dovrebbe cadere nella trappola del nervosismo. Non penso che Pecchia gli abbia detto da un istante all’altro che se ne sarebbe andato in panchina. E di certo l’intento dell’allenatore era dare una quadratura differente al Verona, che sfidava una corazzata come il Napoli. Mica l’ha fatto per far perdere l’Hellas, eh! Pazzini ha reagito male e non doveva. L’errore è suo, non di Pecchia». Il suo gesto non le è proprio piaciuto… «Come potrebbe essere altrimenti? Attenzione, non dico di non comprenderlo, ma queste tensioni vanno controllate. Senz’altro è vero che Pazzini è entrato con una bella carica in campo, ma la gara aveva già preso una determinata piega, il Napoli era in calando. Segni su rigore, prendi il pallone ed eviti scene che non aiutano nessuno». Come si deve chiudere questa polemica? «Pazzini parli con Pecchia: si conoscono, hanno riportato insieme il Verona in Serie A. Pecchia è una brava persona, è un uomo onesto, lo si nota immediatamente. Lavora per cercare di ottenere risultati, non per perdere. Il capitano si metta di fronte allo spogliatoio e riconosca di aver sbagliato. Si ricordi che con quello sfogo non è stato rispettoso anche per chi, al posto suo, è stato impiegato».
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(Fonte: Corriere del Veneto. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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