Milan-Chievo, Maran: “Momento favorevole per giocare una partita così…”
sabato 4 Marzo 2017 - Ore 11:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Quel filo d’emozione. «Ovvio che c’è…». Stacca, Rolly Maran, il francobollo delle 100 volte, tra campionato e Coppa Italia, sulla panchina del Chievo. «La stragrande maggioranza del tempo l’ho passata qui: questa società, sul piano professionale, è la mia vita». Da giocatore: ’86-’95. Da vice di Silvio Baldini: torneo ’97-’98. Da allenatore: ottobre 2014-oggi. Con stasera a San Siro, fanno anche 472 partite col gialloblù su maglia o stemma della giacca. «Ogni tanto penso fosse tutto scritto: sembra che il mio destino s’incroci sempre con questi colori». Quel filo d’emozione, dunque, nel Maran che, oggi, prova nuovamente l’impresa, perché più che una partita questa è una scalata alla Sisifo: è dal 2005 che il Chievo perde regolarmente in casa del Milan.
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«Momento favorevole per giocare una partita così», riflette l’uomo di Trento, «perché la classifica è buona e noi stiamo bene: bisogna però confermarsi sul campo, altrimenti sono solo parole, e io sono molto curioso di vedere che partita faremo». Sta bene, il Chievo: tre vinte, un pari, una sconfitta nelle ultime 5 uscite, con due blitz nelle due trasferte più recenti, Lazio e Sassuolo, 0-1 e 1-3, quattro gol di Inglese. Due intoppi là davanti, però: proprio Inglese s’è allenato in gruppo giusto ieri dopo il trauma al rachide cervicale patito col Pescara, e Maran deciderà in extremis se impiegarlo, mentre Pellissier è convocato ma difficilmente utilizzabile. Può tornare d’attualità, così, il 4-5-1 già visto con Sassuolo e Napoli: Birsa più Castro dietro l’unica punta, cioè Meggiorini. L’altra variazione: Birsa davanti con Meggio, Castro trequartista. In mediana, De Guzman dovrebbe sostituire Hetemaj (squalificato) mentre uno fra Izco e Rigoni giocherebbe da mezz’ala. Maran, in generale, vuole giocarsela cavalcando due fattori: la libertà mentale concessa dalla classifica e lo stimolo di quella tradizione così avversa. «Quando il presidente Campedelli ci ricorda che non abbiamo mai battuto il Milan a San Siro, ci infonde una voglia ulteriore: se un obiettivo è difficile, raggiungerlo è ancora più bello».
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(Fonte: Gazzettino. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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