Chievo, Pellissier fa cento gol in serie A: “Orgoglioso di aver passato qui un terzo della mia vita!”
martedì 13 Dicembre 2016 - Ore 13:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Cento gol in serie A. «E mille messaggi sul telefonino…». Sergio Pellissier da Fénis, Val d’Aosta, 37 anni, uomo-francobollo del Chievo. A Palermo, due giorni fa, Pelobomber ha messo la cifra tonda su un conto aperto il 3 novembre 2002 a Parma. Cento gol in A e tutti col Chievo. La festa del club della Diga (con lo 0-2 di Palermo fanno 22 in classifica) è la festa del suo capitano.
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Di gol testardi, su 100, ne ha segnati tanti… «Ne ricordo uno al Genoa, nel 2011, sbagliai un rigore ma quell’errore mi fece andare ancora più aggressivo su un colpo di testa, poco dopo. Ci fu della testardaggine anche in quel contropiede alla Lazio, a Roma, partendo da metà campo, era il 2009». Dicono: facile, il gol n.100 di Pellissier al Barbera. «Se il calcio fosse così facile potrebbe giocarci chiunque. Mi ha facilitato il loro retropassaggio sbagliato, vero: da lì in poi contano una marea di cose, fortuna d’essere nel posto giusto, freddezza nel dribblare il portiere…». Il 100esimo gol al Palermo di Corini, tecnico con cui qui al Chievo ha trovato meno spazio. «Volevo fare gol e basta, non pensavo a fare gol a lui. Succede di lottare per dimostrare che alcuni si sono sbagliati su di te: ti fa crescere. La cosa più bella è dimostrare a tutti che non sei finito».
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Tutti i 100 gol con la stessa maglia: vedi i Totti, Del Piero, Riva, Pascutti… «Forse ci accomuna il sentirsi parte di qualcosa, nel mio caso il Chievo. Un terzo della mia vita l’ho passato qui. Ne sono orgoglioso, specie in un mondo dove si cambia squadra quasi ogni anno». C’è una dedica per i tifosi della Diga? «Come si fa a non ringraziarli? Nel passato recente ho imparato che devi lottare anche quando sai di non avere torto. È capitato che giocassi poco. Sono stato tirato in ballo in cose con cui non c’entro niente (vedi il calcio-scommesse: Pellissier s’è sempre dichiarato sereno ed estraneo a ogni fatto, ndr ). E in quei momenti difficili i tifosi c’eran0 sempre. Senza di loro, forse, non parleremmo del mio 100esimo gol…». La tripletta a Buffon resta il suo apice? «Resta l’apice di quella strepitosa rimonta salvezza, torneo 2008-09. Poi chissà, se avessi fatto tripletta alla Reggina anziché alla Juve magari non sarebbe arrivata la successiva chiamata della Nazionale».
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Oggi che ha toccato i 100, Campedelli cosa le dice? «A Palermo m’ha fatto i complimenti, era felice». Di recente il presidente ha dichiarato che se arrivasse uno più bravo di lui potrebbe anche pensare di vendere: lei un Chievo senza Campedelli se l’immagina? «Direi proprio di no, mi farebbe strano. Lui tiene talmente tanto, al Chievo, che lo darebbe in mano soltanto a qualcuno davvero bravo e intenzionato a investire. O un’offerta irrinunciabile o niente: quindi, fortunatamente, la vedo dura che lasci». E uno stadio di proprietà per il Chievo, Pellissier, le piacerebbe? «Molto. Ma non credo di riuscire ad arrivare a vederlo. Il presidente ha sempre avuto questa voglia: un po’ non gliene hanno dato la possibilità, un po’ l’idea è onerosa. Bisogna capire come fare…».
(Fonte: Corriere del Veneto. Trovate il resto dell’articolo sull’edizione odierna del quotidiano)
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