Venezia, Ferrari: “Ho accettato questa sfida per vincerla! Ed abbiamo già un’identità…”
lunedì 25 Luglio 2016 - Ore 15:00 - Autore: Gabriele Fusar Poli
Se persino «Iron Nick» sospira, «Oggi non ho più di 20′ nelle gambe», allora significa che Inzaghi ha davvero spremuto i suoi a Piancavallo. Nicola Ferrari però, fedele al soprannome rimastogli cucito addosso (assieme a «Nick Dinamite») dagli anni d’oro del Verona, non fa una piega e sorride ai suoi primi gol arancioneroverdi, uno all’Aviano e due su rigore al Real Vicenza. «Per un attaccante il gol non ha avversario né stagione – premette il 33enne di Condino (Trento) – ma l’aspetto più positivo è che in queste prime due amichevoli si è già visto un Venezia con una propria identità». Una considerazione non di poco conto, in primis perché Ferrari è l’ultimo arrivato in una squadra da costruire da zero. «A Piancavallo abbiamo lavorato su due fronti, quello del gruppo che sta nascendo tra noi giocatori, e quello calcistico. Stiamo crescendo sul piano fisico e tattico al tempo stesso, ma in campo abbiamo già idee di squadra, su come sviluppare il gioco e sta migliorando l’intesa tra compagni, giorno per giorno sappiamo dove trovarci, come preferiamo ricevere la palla e via dicendo». Finora non si è visto l’acciaccato Geijo: in sede di presentazione lo stesso presidente Tacopina ha detto che Ferrari è stato voluto per giocare in alternativa (nel 4-3-3) o spalla a spalla (nel 4-4-2) con lo spagnolo. «Ho lasciato casa a dieci anni per trasferirmi al Lumezzane, da allora ho fatto tutti i moduli e non ho un’unica preferenza. Certamente sono più legato al 4-3-3 perché da punta centrale ho vinto due campionati dalla Lega Pro alla serie A col Verona. Tuttavia in attacco siamo tanti e abbiano molte soluzioni, questa duttilità ci tornerà utilissima». Il triennio gialloblù con l’Hellas resta probabilmente l’apice in carriera del neo numero 20 lagunare. Potendo cosa regalerebbe al Venezia di quel Verona? «Sicuramente l’entusiasmo, che anche in quel caso era cresciuto cammin facendo, sulla scia dei risultati e delle sensazioni trasmesse alle gente dalla squadra. Ricrearlo, alimentarlo e tenerlo alto qui a Venezia è un nostro obiettivo, una sfida che abbiamo accettato per vincerla». Un’impressione su mister Inzaghi? «Da spettatore immaginavo la sua voglia e il suo essere preparato e meticoloso. Ora che però lo ascolto con le mie orecchie e lo guardo con i miei occhi posso assicurare che «a pelle» trasmette un carisma e una carica enorme».
(Fonte: Gazzettino, edizione di Venezia)
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